Il quotidiano Gazzetta di Reggio riferisce dell’arresto di Fortunato Pagliuso, originario della provincia di Crotone ma residente nel Comune emiliano di Gualtieri e ritenuto proprietario di fatto di un’impresa di autotrasporto per la quale è stato condannato nel novembre 2019 dalla Corte d’Appello di Bologna per bancarotta fraudolenta a due anni e nove mesi. Tale condanna si somma a quella precedente per ricettazione di camion rubati in Italia e venduti in Germania.
La vicenda giudiziaria è un ulteriore segnale della infiltrazione dei clan della criminalità calabrese nell’autotrasporto emiliano, emersa in precedenza con l’indagine Aemilia. Nasce nel 2006, quando Benito Muto, autotrasportatore calabrese trasferito a Gualtieri, acquistò per 40 euro un’impresa di autotrasporto locale indebitata e due anni dopo la vendette a Fortunato Pagliuso, mantenendo però nell’affare, tramite quote e affitto di ramo d’azienda, l’Autotrasporti Muto di Antonio Muto, figlio di Benito, condannato a vent’anni in primo grado nel processo Aemilia.
Secondo gli inquirenti, sotto la gestione di Pagliuso l’impresa di autotrasporto di Gualtieri è stata svuotata dei suoi beni e caricata di costi, per poi dichiararne la bancarotta. I giudici fallimentari hanno però rilevato il reato di bancarotta fraudolenta, avviando il processo che ha portato all’attuale condanna in Appello.