Il 21 marzo 2025 il segretario generale di Assotir, Claudio Donati, ha pubblicato sul sito web dell'associazione degli autotrasportatori un intervento critico sul fermo dell’autotrasporto proclamato da Trasportounito dal 31 marzo 2025, definendolo una “operazione di distrazione di massa” e aggiungendo che è “un errore, sia nel metodo che nei contenuti, che potrebbe risultare in danno alla categoria, in termini di credibilità”.
Donati ritiene “incomprensibile” questa “accelerazione verso lo scontro” in una fase di riapertura del dialogo col ministero dei Trasporti dopo otto mesi di stallo. Anzi, il fermo sarebbe “un assist per chi, sia a livello politico e, ancor più a livello associativo, si oppone ad affrontare i nodi strutturali che affliggono l’autotrasporto”.
Sul fermo, Assotir afferma che il suo “uso sbagliato” – che consiste nella proclamazione da parte di una sola associazione – e “la sua minaccia troppo a cuor leggero”, sono controproducenti. L’associazione aggiunge che nel passato il fermo, anche quando è stato unitario, “non mai ha portato a provvedimenti immediatamente esecutivi”. Nei casi migliori si è concluso con protocolli d’intesa, raramente applicati.
Il campo della vera battaglia politica, spiega Donati, è il Tavolo ministeriale “dove il confronto è molto difficile, a causa del conflitto di interessi presente all’interno delle stesse rappresentanze dell’autotrasporto”, ma dove “si decide il futuro di questo settore”. Detto ciò, Assotir ritiene il confronto istituzionale “deludente”.
Finora il ministero dei Trasporti ha presentato solo due provvedimenti normativi, sul tempo di pagamento delle fatture e l’indennizzo per i tempi di attesa al carico e scarico. Ma per Donati, “non spostano di un millimetro l’impostazione che finora ha impedito che queste stesse norme trovassero applicazione”, perché è necessaria una denuncia dell’autotrasportatore al committente, “esponendosi in tal modo al rischio di perdere il lavoro per ottenere – con i tempi della giustizia italiana – 100 euro di indennizzo”.
Assotir chiede invece dei provvedimenti automatici che costringano il committente a rispettare le norme e precisa che “non siamo disponibili ad avallare provvedimenti che, di fatto, risultano dei meri palliativi, assolutamente inutili nella vita reale dei trasportatori”. L’associazione individua due priorità: il recepimento del Regolamento UE 1055/2020, che introduce l’obbligo di proporzionalità di veicoli e addetti rispetto al fatturato dell’impresa di trasporto e la reintroduzione dei costi minimi.