Come sempre accise nella fase di formazione della Legge Finanziaria, appaiono voci e dichiarazioni su alcuni provvedimenti che la norma potrebbe portare. È quello che sta succedendo anche per il 2025 e tra le indiscrezioni apparse a settembre 2024 una interessa il mondo del trasporto: un possibile aumento delle accise sul gasolio. In realtà, finora si parla di “allineamento” tra quella della benzina e quella del gasolio, ma siccome la prima è superiore alla seconda ed è difficile che in questo clima di caccia ai fondi s’intervenga su quella più elevata, è più probabile – se ciò avverrà – che aumenti l’accisa sul gasolio.
Ciò significherebbe un aumento di undici centesimi al litro, da 61,7 a 72,8 centesimi. Si stima che ciò porterebbe un aumento delle entrate annue dello Stato fino a 3,4 miliardi di euro. Per ora si tratta d’indiscrezioni apparse sul Messaggero, come proposta emersa nell’ambito delle cosiddette tax expenditures, che ha l'obiettivo di favorire la transizione ecologica tassando allo stesso modo carburanti considerati dannosi per l'ambiente. Il Governo non ha commentato questa voce.
L’applicazione dell'eventuale aumento a una parte consistente del trasporto delle merci potrebbe causare un aumento dei prezzi al consumo. È vero che gli autotrasportatori possono ottenere un parziale rimborso delle accise sul carburante, ma ciò vale solo per chi usa veicoli industriali con massa superiore a 7,5 tonnellate e con motore Euro V o superiore. È escluso quindi tutto il settore della distribuzione e chi ha veicoli pesanti fono all’Euro IV. Si stima che i veicoli industriali Euro V ed Euro VI siano solo il 37,4% del parco circolante italiano.
Sul possibile aumento è intervenuta la presidente dell’associazione Ruote Libere, Cinzia Franchini secondo cui “è evidente che la ratio non può essere quella di agevolare la transazione energetica, nell'aumento delle accise del diesel non vi è alcun fine ambientale ma solo ed esclusivamente il desiderio di far quadrare i conti di una Manovra che si preannuncia lacrime e sangue”. Aggiunge che “a farsi carico del problema non possono essere in modo particolare gli autotrasportatori che, dopo aver sopportato per diversi anni un costo del carburante altissimo, stanno beneficiando in questi mesi di prezzi più contenuti in virtù della riduzione del costo delle materie prime”.
Un altro aumento di cui si è parlato a settembre è quello dei pedaggi autostradali. In questo caso la voce viene da un intervento svolto dall’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi, che a margine delle celebrazioni per il centenario dell’inaugurazione dell’autostrada Milano-Varese ha accennato a “moderati rincari”. Egli ha precisato che “gli incrementi sono stati tendenzialmente dello 0,85% di media annua negli ultimi cinque anni con un’inflazione che ha superato le due cifre”. Anche in questo caso non si registrano dichiarazioni da parte del Governo.