Nella riunione del 21 novembre 2021, l’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha approvato una delibera per avviare una “indagine conoscitiva sui settori dell’autotrasporto e della logistica”. Una decisione che viene mentre le associazioni degli autotrasportatori vogliono portare al Tavolo del ministero dei Trasporti la questione del pagamento annuale del contributo alla stessa Art, chiedendone un esplicita e definitiva esenzione. Le sigle affermano che le imprese di autotrasporto non debbano pagare il contributo perché l’Autorità non ha competenza sul settore. Può sorgere quindi il sospetto che questa delibera (la 225/2022) sia anche una sorta di risposta alla tesi delle associazioni.
Nelle premesse della delibera, l’Art richiama l’articolo 37 della Legge 214/2021 che istituisce la stessa Autorità, definendo la sua competenza anche in quattro aspetti. Il primo è la garanzia dell’efficienza produttiva e del contenimento dei costi anche alla mobilità delle merci in ambito nazionale; il secondo è il compito di definire “i criteri per la fissazione da parte dei soggetti competenti delle tariffe, dei canoni, dei pedaggi”; il terzo è “definire, in relazione ai diversi tipi di servizio e alle diverse infrastrutture, il contenuto minimo degli specifici diritti, anche di natura risarcitoria, che gli utenti possono esigere nei confronti dei gestori dei servizi e delle infrastrutture di trasporto e a dirimere le relative controversie”; il quarto è che le amministrazioni pubbliche devono inviare all’Autorità “delibere che possono avere un impatto sulla concorrenza tra operatori del settore, sulle tariffe, sull'accesso alle infrastrutture, con facoltà da parte dell'Autorità di fornire segnalazioni e pareri circa la congruenza con la regolazione economica”
Nell’affermare la sua competenza, l’Autorità cita anche i Regolamenti UE 1315/2013 e 2020/1015, la Legge 286/2005 sull’autotrasporto e la 190/2014 sulla pubblicazione da parte del ministero dei Trasporti dei valori indicativi di riferimento dei costi d'esercizio dell’impresa di autotrasporto per conto di terzi (oltre che due segnalazioni dell’Antitrust sempre su quest’argomento). E proprio la citazione dei costi minimi come argomento per la competenza dell’Art sull’autotrasporto suona come una beffa nei confronti delle associazioni di settore, che da anni ne invocano l’applicazione.
Un secondo argomento portato dall’Art che viene ritorto contro le associazioni dell’autotrasporto riguarda le aree di sosta per i veicoli industriali. In questo caso, l’Autorità cita le delibere che regolano il sistema di pedaggio autostradale e che comprendono anche indicatori su tali aree e l’impiego si sistemi di trasporto intelligente Its. L’Autorità considera anche che l’attuale assetto normativo che interessa la logistica e l’autotrasporto “presuppone una regolazione di settore, non solo economica, che assicuri misure volte a efficientare ulteriormente i cosiddetti nodi infrastrutturali, cioè i porti, i retroporti, le strade, con l’obiettivo di eliminare le barriere all’ingresso dei singoli mercati, di garantire parità di accesso degli operatori economici alle stesse infrastrutture, di definire criteri per la determinazione di tariffe e pedaggi per l’uso delle infrastrutture, che siano orientati ai costi pertinenti e conseguentemente a una riduzione dei livelli tariffari, a vantaggio degli utenti”.
Infine, l’Art dice esplicitamente che “tra i soggetti economici che operano nei mercati destinatari delle misure di regolazione adottate dall’Autorità, e sopra richiamate, sono comprese le imprese operanti nell’autotrasporto e nella logistica, e che i servizi di trasporto di merci regolati sono principalmente quelli connotati dall’integrazione del servizio di autotrasporto con porti, stazioni ferroviarie, aeroporti e nodi di scambio intermodale (interporti), in concreta attuazione dell’espressa indicazione normativa sulla necessità di garantire, tramite la regolazione, la mobilità delle merci in ambito nazionale, locale e urbano anche collegata a stazioni, aeroporti e porti, di cui all’art. 37, comma 2, lettera a) della norma istitutiva dell’Autorità”.
È evidente che queste premesse sono lo strumento con cui l’Art intende difendere la legittimità della sua competenza nell’autotrasporto e nella logistica. Ma perché vuole intraprendere l’indagine conoscitiva? In primo luogo per definire “nuove misure di regolazione, o l’attivazione di altri strumenti di competenza dell’Autorità, incluse le attività di segnalazione al Governo e al Parlamento, utili allo sviluppo sostenibile ed efficiente dei settori dell’autotrasporto e della logistica”.
In secondo luogo per “acquisire elementi informativi, tra gli altri, sulle tematiche dell’accesso di nuove imprese al mercato con autoveicoli dotati di trazione a basso inquinamento; della regolamentazione del carico/scarico dei veicoli da parte dei conducenti con particolare riferimento ai centri urbani; delle attese improduttive in corrispondenza di porti, scali ferroviari e interporti; delle criticità dell’attuale normativa sui trasporti in subvezione; dell’efficacia ed efficienza dell’attuale sistema concernente la determinazione delle tariffe minime dell’autotrasporto; dei requisiti delle pertinenze di servizio relativi alle infrastrutture autostradali per esigenze di sicurezza della circolazione stradale”.
Come si vede, l’Art vuole entrare nelle principali questioni che riguardano l’autotrasporto, comprese quelle che rientrano nel Tavolo istituito con il ministero dei Trasporti, quelle che sono oggetto di contributi e quelle che rientrano nella contrattazione tra imprese e committenti e tra imprese e lavoratori. Una presa di posizione che non lascerà sicuramente indifferenti le associazioni dell’autotrasporto, che proprio nei giorni scorsi hanno chiesto un incontro col ministro dei Trasporti per discutere alcuni dei tempi presenti nella delibera dell’Art, che potrebbe diventare quindi un convitato di pietra nel Tavolo ministeriale.