I due arresti avvenuti oggi in Campania riguardano gravi fatti d'inquinamento ambientale avvenuto nell'area di Marcianise. Secondo la procura, un imprenditore che a maggio 2017 aveva rilevato un sito di stoccaggio e recupero rifiuti ha sotterrato fino al 2018 grandi quantità di rifiuti nel piazzale dell'impianto di trattamento, approfittando di lavori per il rifacimento della pavimentazione stradale e per la costruzione di vasche per la raccolta del percolato. Un autotrasportatore che lavorava per l'azienda avrebbe collaborato a quest'attività, fornendo supporto logistico per il trasporto e lo scarico dei rifiuti. Quest'ultimo è un ex dipendente dell'azienda di stoccaggio, divenuto suo trasportatore di fiducia. Secondo gli inquirenti, l'interramento avveniva di notte a cancelli chiusi ed è stato scoperto attraverso carotaggi del terreno, che hanno rilevato scarti derivanti da costruzioni e demolizioni e rifiuti urbani non differenziati fino a una profondità di cinque metri. Inoltre, il terreno risulta inquinato da antimonio, sostanza ritenuta cancerogena. Questa sparizione di rifiuti era coperta a livello amministrativo con falsi documenti di trasporto e false fatture, che certificavano il trattamento regolare. L'impianto era già stato sequestrato dalla Guardia di Finanza a ottobre 2018 in un'indagine su presunto smaltimento abusivo di rifiuti. Pochi giorni dopo è scaturito un incendio.
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