L’imprenditore dell’autotrasporto Riccardo Trusendi ha subito il 22 marzo 2023 un’altra condanna legata alla sua attività d’imprenditore, al termine di un processo in cui era imputato per bancarotta fraudolenta di una delle sue società. Il giudice Ermanno De Mattia ha emesso la sentenza di primo grado che prevede tre anni di carcere e l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, raccogliendo in gran parte le richieste del pubblico ministero. Durante il processo, il curatore fallimentare della società testimoniò che la contabilità aziendale non era attendibile, confrontando per esempio il gasolio acquistato col fatturato dell’impresa.
La precedente condanna Trusendi la subì in Appello nel marzo del 2021 durante un processo per frode fiscale. Dopo una condanna in primo grado a 15 anni, l’imprenditore ne patteggiò una a sette anni in una vicenda legata al fallimento della Caorso Trasporti. Ma questa non fu la prima sua vicenda giudiziaria. Nel febbraio del 2019 la Cassazione confermò la confisca di 20 milioni di euro per reati fiscali e bancarotta, dopo un’indagine della Direzione Investigativa Antimafia e nel 2014 Trusendi fu interessato anche da un’indagine in cui subì misure cautelari e subì un arresto due anni prima.
Ma Trusendi è noto alla Giustizia già dal 1980. Per anni, Riccardo Trusendi – che oggi ha 78 anni - è stato uno dei principali autotrasportatori delle provincie della Spezia e di Massa Carrara, costruendo un articolato sistema di società, che ha usato anche per attuare le frodi fiscali.