Il 26 marzo 2016, la Procura di Piacenza ha svelato le conclusioni di un'indagine iniziata dalla Polizia Stradale tre anni fa dopo le denunce di quattro autisti immigrati dal Nord Africa e dall'Europa orientale, che accusarono quattro aziende di autotrasporto piacentine di essere stati licenziati perché non avevano voluto installare una calamita sul cronotachigrafo e per mancato pagamento degli straordinari. Durante l'indagine, la Polstrada ha anche tracciato il percorso dei camion delle aziende indagate ponendo di nascosto un rilevatore gps su quaranta veicoli e verificando poi la differenza dai dati dei cronotachigrafi e quelli rilevati con il tracciamento satellitare.
L'inchiesta ha mostrato che gli autisti viaggiavano spesso senza rispettare i tempi di guida e di riposo tra Piacenza, La Spezia e Genova, sommando anche 17 ore di guida senza svolgere le pause previste dalla normativa. Inoltre, i camion superavano i limiti di velocità, raggiungendo anche i 120 km/h. Secondo gli inquirenti, la manomissione del cronotachigrafo era imposto agli autisti tramite un clima d'intimidazione e minacce di licenziamento. Per questo motivo, i tre titolari delle quattro aziende di autotrasporto (di cui la procura non ha rivelato i nomi) sono accusati, oltre che delle violazioni dei tempi di guida, anche di estorsione e di rimozione dolosa dei cautele contro gli infortuni sul lavoro.
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