Il 31 maggio 2022 l’Organismo di Parternariato del porto della Spezia (che raccoglie gli operatori portuali) respinse l’ordinanza emanata dall’Asp del Mar Ligure Orientale per modificare gli accessi nel bacino portuale, che era stata richiesta dagli autotrasportatori. Il 21 giugno è arrivata la risposta da parte di cinque associazioni dell’autotrasporto, ossia Fita Cna, Confartigianato Trasporti, Trasportounito, Assotir e Anita. Le sigle hanno annunciato che gli autotrasportatori applicheranno ai loro committenti una maggiorazione di 150 euro per ogni viaggio da e per il porto della Spezia, per risarcire dei disagi e delle attese al carico e allo scarico. Tale somma sarà inserita in fattura con la voce “maggiorazione porto Spezia”. Le associazioni precisano che questo sovrapprezzo sarà applicato “fino a quando non verranno ripristinate le condizioni ottimali di operatività per il settore del trasporto”.
In una nota, le sigle spiegano che “i tempi operativi dei camion, dall’arrivo nei bacini portuali, per l’espletazione dei processi documentali ed in particolare nelle attività di carico e scarico dei contenitori, non permettono la regolare programmazione ed effettuazione dei trasporti; questo comporta una perdita di produttività economica generata dai disservizi portuali che non può più essere sostenuta solo dall’autotrasporto ma deve essere condivisa da tutta la filiera di servizio alla merce”.
Dopo questo annuncio, la società terminalista La Spezia Container Terminal ha chiesto l’attivazione di un Tavolo tecnico per attuare miglioramenti alla filiera logistica. Secondo la società “manca a monte una pianificazione integrata" e afferma che la maggior parte dei veicoli industriali è gestita entro un’ora dal loro arrivo. Il problema, aggiunge, è fuori dallo scalo e la maggiorazione dell’autotrasporto può compromettere la competitività del porto.