Dopo Conftrasporto, anche Artigianato Trasporti e Fita Cna protestano contro l'intervento previsto dalla bozza del Decreto Clima sulle accise e, in particolare, contro la riduzione dello sconto per le imprese di autotrasporto che usano veicoli sopra le 7,5 tonnellate con motori Euro 3 o superiori. La bozza dispone che nel 2020 il contributo sarà ridotto del dieci percento e poi in modo progressivo fino alla sua abolizione nel 2040. Secondo Amedeo Genedani, presidente di Confartigianato Trasporti, questo provvedimento è "drastico e socialmente inattuabile se si vuole salvaguardare da un lato la tenuta del tessuto economico-produttivo e dall'altro le entrate per le casse dello Stato".
L'associazione precisa anche che "l'autotrasporto merci paga allo Stato più di quanto riceve in sussidi" e che l'Italia è al secondo posto nell'Unione Europea per il prezzo più elevato del gasolio, con 1245 euro per mille litri al netto dell'Iva. Dal punto di vista degli oneri sull'inquinamento, il prelievo italiano per tonnellata di CO2 emessa è del 19% superiore della media dei principali 4 paesi dell'Eurozona (Italia, Germania, Spagna e Francia).
Per tutelare l'ambiente, Confartigianato Trasporti chiede al Governo "un serio piano programmatico che permetta alle imprese di affrontare la transizione ecologica mantenendo competitività, redditività e dignità". Il primo provvedimento che propone è favorire il ricambio del parco con un incentivo, a fronte della rottamazione, di almeno 20mila euro per veicolo. "Solo allora si potrà agire sulla rimodulazione graduale degli incentivi, viceversa si creerà macelleria sociale".
La Fita rileva che "il rimborso delle accise sul gasolio per autotrazione consente agli autotrasportatori italiani di contenere il divario rispetto al prezzo pagato in altri Paesi. Qualunque riduzione delle agevolazioni non può avvenire se non dopo l'eliminazione di tutte le componenti accessorie che gravano sulle accise. Un lungo elenco in cui compaiono ancora il finanziamento della guerra d'Etiopia del 1935 e la crisi di Suez del 1956". Anche la Fita richiama la necessita d'incentivi per il rinnovo del parco, ricordando che il settore attende ancora il fondo di cento milioni promesso dal Governo precedente.
Gli autotrasportatori della Cna restano sul tema del gasolio per rilanciare la richiesta di tornare a pubblicare, da parte del ministero dei Trasporti, i valori indicativi di riferimento dei costi d'esercizio "con tutte le indicazioni di costo originariamente previste nella prima delibera del Mit del 24 Febbraio 2015". Questo meccanismo è necessario per consentire agli autotrasportatori "di acquisire direttamente sul mercato il giusto riconoscimento di un lavoro svolto con tanti sacrifici ed estrema professionalità".
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