Il Decreto che impone la chiusura di ristoranti e bar alle 18.00 per contenere la pandemia di Covid-19, ha spinto le associazioni italiane dell’autotrasporto a scrivere ai ministri dei Trasporti e dell’Interno, sostenendo che l’esenzione per le aree di servizio autostradali non basta. Nella lettera, dodici sigle affermano che tale chiusura condanna “vaste aree del paese non raggiunte dalla rete autostradale all’impossibilità di ristorare gli autisti di veicoli adibiti al trasporto delle merci anche soltanto del caffè necessario a svolgere il loro lavoro, prevalentemente notturno, senza contare che la chiusura di questi esercizi comporta, nella stragrande maggioranza dei casi, anche la chiusura dei servizi igienici, delle docce e quant’altro presente e realizzato per una sosta ristoratrice”.
Il testo aggiunge che “per le principali infrastrutture di scambio delle merci e di sosta dei conducenti dei veicoli industriali si assisterebbe poi al paradosso che proprio laddove i conducenti, per obbligo normativo, debbono trascorrere lunghe ore per ristorarsi tra un’attività di guida e l’altra, si finirebbe per determinare condizioni più prossime ad un vero e proprio ‘luogo di confino’ che a strutture volte a consentire il ristoro e lo scarico dello stress derivanti da un’attività faticosa e continua cui i trasportatori sono e vogliono continuare ad essere impegnati al servizio del Paese”.
Dopo queste premesse, le associazioni chiedono di emendare il Decreto del Presidente del Consiglio del 24 ottobre 2020, aggiungendo alla deroga alla chiusura alle 18.00 “gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di sosta attrezzate per veicoli industriali, nonché nelle aree interportuali e di scambio intermodale, oltre che nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le strade di grande comunicazione e sulle strade statali dei territori non raggiunti dalla rete autostradale”.
Anche le associazioni dell’autotrasporto francesi stanno avanzando richieste simili, dopo la chiusura imposta dal Governo. Le associazioni Fntr, Otre e Tlf scrivono che “da diversi giorni, e nonostante gli insegnamenti tratti dal primo contenimento, si stanno accumulando nel settore testimonianze esasperate da parte degli autisti ma anche di tutto il personale e di tutti i responsabili aziendali: chiusura delle aree di sosta, impossibilità di accesso ai servizi igienici e alle docce, mancanza di punti di ristoro. Anche se queste aziende svolgono una funzione essenziale per la nazione, si sentono ancora una volta come i grandi dimenticati”.
In realtà, in Francia la situazione appare migliore dell’Italia, perché formalmente il Governo concede maggiori aperture rispetto all’Italia, ma le sigle segnalano che “questa non è una realtà sul campo, in particolare sulla rete non concessionaria gestita dallo Stato”. Quindi le associazioni annunciano un censimento nazionale dei locali aperti che accolgono gli autisti di veicoli industriali, creando un elenco che sarà diffuso sui social network e pubblicizzato con l’hashtag #OnRoulePourVous.
Il videocast K44 Risponde ha affrontato il tema dei servizi per gli autisti di veicoli industriali durante la prima ondata della pandemia nell’episodio del 1° giugno 2020, che vi riproponiamo proprio per la sua attualità. Buona visione.