Che cosa è scritto precisamente nel protocollo d'intesa sui controlli all'autotrasporto firmato a dicembre 2015 dai ministri dei Trasporti, Interni e Lavoro? A un mese dalla firma, fuori dai corridoi ministeriali nessuno lo sa, neppure le associazioni degli autotrasportatori (che non sono state consultate nella fase di scrittura). Il documento non è ancora pubblico e si conoscono solamente alcuni elementi generici. Li elenca la lettera della presidenza Unatras inviata il 25 gennaio ai tre ministri.
"Tale protocollo prevederebbe la programmazione di una serie di accertamenti da parte del personale delle diverse amministrazioni sopracitate, anche su strada, con vari obiettivi tra cui: specializzare ed ottimizzare i controlli presso le imprese, ampliare la natura delle verifiche, nel rispetto delle reciproche competenze, estendendole al rapporto di lavoro del conducente, avviare le verifiche, anche presso le sedi delle imprese, sulla regolarità dei contratti di somministrazione del lavoro, semplificare e dare maggiore efficacia al procedimento amministrativo ed al successivo momento sanzionatorio ed esecutivo di competenza del ministero del Lavoro con un periodo sperimentale di tre mesi nel quale le attività di controllo con la partecipazione degli Ispettorati del Lavoro si svolgerà limitatamente alle regioni Veneto, Emilia Romagna e Puglia".
Nella lettera, le associazioni dell'autotrasporto chiedono di conoscere i dettagli del protocollo, ma non solo. Vogliono partecipare anche alla fase sperimentale e al Tavolo tecnico che ne valuterà gli esiti. La terza richiesta riguarda l'attuazione della Direttiva 2014/67/UE sulle norme relative al distacco internazionale dei lavoratori, che devono essere recepite entro il 18 giugno 2016: "Diventa quindi urgentissimo recepire nell'ordinamento legislativo italiano la Direttiva in questione ed altrettanto importante sarà bloccare trattamenti diseguali e la concorrenza sleale operata sul salario e sui diritti sociali".
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