Dopo l’approvazione formale, avvenuta l’8 aprile 2020, del Primo Pacchetto Mobilità, che riforma l’autotrasporto internazionale, il prossimo passo, che sarà quello finale necessario per l'entrata in vigore dei due Regolamenti e della Direttiva che lo compongono, è la seconda votazione del Parlamento Europeo. Dovrebbe così terminare un percorso legislativo durato ben tre anni. Per accelerare questa procedura, sedici associazioni degli autotrasportatori di tredici Paesi comunitari hanno diramato il 27 aprile un comunicato congiunto.
“È quindi essenziale che anche i parlamentari europei pongano fine a un mercato dell’autotrasporto europeo estremamente frammentato e con visioni molto diverse tra gli Stati membri”, si legge nella nota. “Questo potrà assicurare un quadro europeo armonico, di più alto livello, e una competizione più trasparente tra le compagnie di autotrasporto. Non possiamo più permetterci di perdere altro tempo, considerato che altre importanti sfide come l’innovazione, la digitalizzazione, l’energia pulita e il trasporto sostenibile si stanno avvicinando”.
L’emergenza della pandemia Covid-19, aggiungono le sigle, “è un’ulteriore ragione per adottare il pacchetto Mobilità1 al fine di assicurare chiarezza e regole omogenee al settore dell’autotrasporto in Europa”, concludendo che “la crisi attuale dimostra chiaramente che efficienti mercati nazionali di trasporto merci sono necessari quanto i trasporti internazionali per continuare a far funzionare la catena della logistica, che garantisce i rifornimenti alle nostre popolazioni”.
Il comunicato è firmato da Fntr (Francia), Bgl (Germania), Nla (Scandinavia), Dtl e Itd (Danimarca), SA (Svezia), Nlf (Norvegia), Fin Mobility (Finlandia), Cesmad Bohemia (Repubblica Ceca), Cesmad Slovenia (Slovenia), Tln (Paesi Bassi), Fai-Conftrasporto (Italia) Astic e Cetm (Spagna) e Antram (Portogallo).