Gli autotrasportatori che lavorano per la multinazionale siderurgica ArcelorMittal, che ha rilevato gli impianti dell’Ilva, tornano per l’ennesima volta sul sentiero di guerra contro l’azienda per i pagamenti ritardati. Gli autotrasportatori denunciano di non ricevere i soldi dei trasporti da giugno e la mobilitazione è ricominciata a ottobre, ma a novembre la situazione è peggiorata. Ai mancati pagamenti attuali si sommano quelli pregressi dell’Ilva e alcune imprese vantano ormai crediti per centinaia di migliaia di euro.
Le rassicurazioni dell’azienda non convincono più gli autotrasportatori e la Fai di Novi Ligure ha annunciato di essere pronta al fermo. C’è un’altra vertenza sul tavolo, quella che riguarda l’assegnazione dei trasporti tramite aste, mentre finora avviene direttamente. Gli autotrasportatori temono che si apra una gara al ribasso cui potrebbero partecipare aziende straniere che hanno costi del personale molto più bassi di quelli italiani.