La decisione di sospendere il presidio all'Ilva di Marghera è stata presa per due motivi: la convocazione del Prefetto per il 5 dicembre e la minaccia della cassa integrazione per i lavoratori dell'impianto. Ma la mobilitazione non termina, anzi gli autotrasportatori stanno distribuendo un volantino con le loro rivendicazioni. Chiedono, ovviamente, che l'Ilva paghi subito le fatture del trasporto arretrate dallo scorso aprile o un piano di rientro "che dia certezza sulla tempistica dei pagamenti". Complessivamente, l'industria siderurgica ha un debito arretrato di cinque milioni di euro con i suoi fornitori d'autotrasporto.
In alternativa, gli autotrasportatori chiedono al Prefetto un provvedimento che consenta ai creditori dell'Ilva (e di FB Spedizioni) di sospendere i versamenti contributivi e fiscali per un periodo non inferiore a sei mesi e una norma che consenta alle aziende di trasporto di compensare tramite il modello F24 i crediti maturati per le fatture emesse e non pagate.
Dopo l'incontro di venerdì, si svolgerà un'assemblea degli autotrasportatori che deciderà come comportarsi, sulla base dell'esito della riunione stessa. In caso di esito ritenuto insoddisfacente, potrebbe riprendere il presidio.
© TrasportoEuropa - Riproduzione riservata
Puoi commentare questo articolo nella pagina Facebook di TrasportoEuropa
Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità sul trasporto e la logistica e non perderti neanche una notizia di TrasportoEuropa? Iscriviti alla nostra Newsletter con l'elenco ed i link di tutti gli articoli pubblicati nei giorni precedenti l'invio. Gratuita e NO SPAM!