Dal 15 novembre 2015, i veicoli industriali con massa complessiva da 12 tonnellate e superiore che viaggeranno sulle strade federali della Russia dovranno pagare un pedaggio di 1,53 rubli (0,02 euro) al chilometro. Un'imposta che centinaia di autotrasportatori ritengono penalizzante, anche perché arriva in una fase di crisi economica, causata dal crollo del prezzo dei prodotti energetici e dalle sanzioni economiche attuate da Europea e Stati Uniti. Gli autotrasportatori contestano anche l'installazione sui veicoli di un sistema satellitare che rileva la distanza percorsa, necessario proprio per calcolare il pedaggio.
La nuova imposta sarà incassata da una società privata, la RT Invest Transportnyé Sistemy, che ha vinto la concessione per tredici anni. Secondo il quotidiano russo RBC Daily, metà di questa società appartiene a Igor Rotenberg, figlio dell'oligarca Arkadi Rotenberg (ritenuto vicino al presidente Putin), l'altra metà a un altro miliardario, Andreï Chipelov. Ciò spinge molti autotrasportatori a definire questa situazione "un racket".
Già da tempo l'autotrasporto russo contesta questo pedaggio, spingendo il Governo federale a ridurne l'entità dagli iniziali 3,73 rubli al chilometro (0,05 euro) agli attuali 1,53 rubli, valore che resterà in vigore sino al 16 febbraio 2016. Poi, il pedaggio passerà a 3,06 rubli, sino alla fine del 2018. Inoltre, sino al 1° marzo 2016 non saranno applicate sanzioni, che variano da 450mila rubli (per la prima violazione) fino al milione di rubli.
Queste concessioni non hanno però spento la protesta degli autotrasportatori, che l'11 novembre hanno attivato diverse manifestazioni nel Paese. L'Agenzia Tass segnala che oltre 150 camion hanno occupato l'autostrada tra Mosca e la Crimea, nella regione del Belgorod, lasciando libera una sola corsia per senso di marcia. In Siberia, 370 veicoli pesanti hanno occupato l'autostrada tra Novosibirsk e Omsk, mentre altri presidi sono avvenuti intorno a Mosca, San Pietroburgo e Irkutsk. Se il Governo non abolirà il pedaggio, gli autotrasportatori proclameranno un fermo proprio dal 15 novembre.
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