Il giorno stesso dell’entrata in vigore del Regolamento UE 1054/2020 che modifica alcune norme sui tempi di riposo degli autisti di veicoli industriali è iniziata l’offensiva degli autotrasportatori dell’Est contro la sua applicazione. Un primo passo lo ha fatto l’associazione dei vettori rumeni Untrr, che ha chiesto al ministero dei Trasporti di agire presso la Corte di Giustizia Europea per sospendere l’applicazione del Regolamento e annullarlo.
L’associazione afferma che il Regolamento entra in vigore in un momento in cui l’Unione è gravemente colpita dalla pandemia di Covid-19, obbligando “i conducenti a soggiornare in hotel per un riposo di 45 ore, mentre l'infrastruttura europea è fortemente priva di posti di parcheggio sicuri e di alloggi adatti agli autisti professionisti”. Ciò rappresenta “un approccio assolutamente riprovevole e potenzialmente criminale, costringendo gli autisti professionisti ad utilizzare affollati spazi pubblici comuni: alloggi e parcheggi per autocarri sulle autostrade sono estremamente limitati nell'UE”.
La Untrr aggiunge che l’obbligo per i conducenti di trascorrere in albergo la pausa settimanale regolare favorirebbe l’esposizione al contagio da Covid-19, quindi tale provvedimento dovrebbe essere sospeso almeno sino alla fine dell’emergenza. Inoltre “l'obbligo per i conducenti di soggiornare in hotel per un riposo di 45 ore ogni due settimane, dato che la mancanza di parcheggi è ufficialmente riconosciuto dai legislatori europei, è una misura che mette in discussione il diritto delle imprese di trasporto stradale dell'UE ma non residenti in Paesi dell'Europa occidentale come la Francia e la Germania di fornire servizi di trasporto su strada, in contraddizione con una delle libertà fondamentali nell'UE: la libera circolazione dei servizi”. Quindi, tale obbligo dovrebbe essere sospeso “fino al completamento del programma per l'ammodernamento e l'estensione della rete di parcheggi sicuri e di strutture adeguate per i conducenti”.
L’associazione ritiene anche che l’obbligo di far tornare gli autisti al loro luogo di residenza ogni quattro settimane costituisce una “palese violazione dei diritti umani per scegliere dove e come trascorrere il loro tempo libero”. Questo provvedimento deve perciò essere annullato, precisando che “in sostanza, un conducente rumeno non ha il diritto di rimanere a riposo nel territorio di uno Stato membro diverso da quello in cui lavora o in cui è registrato il conducente residente! I conducenti rumeni non hanno il diritto di rimanere con amici in Italia, Spagna, Francia, Germania, né di invitare la famiglia, la moglie, i figli a trascorrere il loro tempo libero nel territorio di altri Stati membri dell'UE che in Romania”.
Secondo la Untrr l’applicazione del Primo Pacchetto Mobilità, di cui il Regolamento UE 1054/2020 rappresenta il primo passo di applicazione, farà perdere alla Romania oltre il 5% del Pil, perché il 30% degli autotrasportatori rumeni dovrà chiudere a causa delle conseguenze della pandemia di Covid-19 mentre metà delle imprese di autotrasporto internazionale lasceranno il Paese entro diciotto mesi.