L’ArcelorMittal sta cambiano il modo di assegnare i carichi d’acciaio in uscita degli impianti italiani, passando dall’assegnazione diretta agli autotrasportatori – gran parte dei quali aderiscono a consorzi tarantini – a una piattaforma telematica. Una decisione unilaterale dell’acciaieria che ha portato i rappresentanti dell’autotrasporto a ritenere “illegittima” e a indire un'assemblea straordinaria dei vettori il 27 luglio. Quest’assemblea ha dato mandato all’associazione Sindacato Nazionale Autonomo Trasportatori (Snat) di comunicare alle Autorità competenti il fermo a tempo indeterminato dei servizi svolti per l’acciaieria. Secondo i trasportatori, ArcelorMittal avrebbe “violato gli obblighi contrattuali assunti quando ha firmato il contratto di locazione della società con Ilva in amministrazione straordinaria”. La decisione del fermo arriva dopo una settimana di presidio davanti ai cancelli dell’acciaieria di Taranto, senza raggiungere alcun risultato.
Ma l’autotrasporto è diviso, perché una parte delle imprese, quelle strutturate vicine a Confindustria, ritengono che l'uso della piattaforma telematica permette “di compiere un passo in avanti in termini di fatturato e di organizzazione delle prestazioni di lavoro”. Sempre secondo i confindustriali, ogni trasportatore ottiene un carico di 28 tonnellate per viaggio, mentre prima il servizio era pagato sul tipo di coil caricati. Oltre alla gestione dei carichi, gli autotrasportatori dell’ArcelorMittal protestano contro il ritardo nel pagamento delle fatture.