La manifestazione dei camion su Roma programmata per oggi dagli autotrasportatori che lavorano con l'Ilva non ci sarà. Lo ha stabilito la maggioranza delle stesse imprese, che hanno accolto l'invito del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, e di alcune associazioni di categoria di sospendere le azioni di protesta fino all'incontro tra le parti, previsto per domani. Lo annuncia il presidente di Fai Conftrasporto, Paolo Uggè, una delle associazioni più attive in questa vertenza. Restano comunque i presidi davanti agli impianti di Taranto, Novi Ligure e Mestre.
"Se nella giornata dell'incontro non emergerà in tutta evidenza la soluzione della pre-deducibilità, della sospensione dei versamenti (Iva, Irpef, etc) e della messa a disposizione di risorse che coprano almeno in parte i crediti pregressi, così come annunciato dal sottosegretario Del Rio, la risposta della categoria sarà immediata ed inevitabilmente destinata ad inasprirsi", dichiara Uggè.
Il blocco attuati dagli autotrasportatori nelle ultime settimane e il fermo delle navi della società hanno causato l'intasamento dei magazzini degli stabilimenti di Taranto, Novi Ligure, Genova e Marghera. L'Ilva ha uno stock di ben 500mila tonnellate, di cui 200mila a Taranto, come riferisce il Sole 24 Ore. Il blocco dei trasporti ha interrotto anche l'approvvigionamento delle materie prime, causando il fermo di alcuni impianti produttivi, come il treno lamiere 2, il treno nastri 1 e il tubificio 2 di Taranto. A marzo la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare, perché è previsto il fermo dell'altoforno 5 per i lavori di ristrutturazione imposti dall'AIA. Questo altoforno produce il 40% della ghisa che esce dallo stabilimento pugliese e la sua chiusura (che potrebbe durare per tutto il 2015) si affianca a quella dell'altoforno 1 (che potrebbe tornare attivo ad agosto). Sono invece ancora attivi gli altoforni 2 e 4.
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