Il 15 ottobre 2020 la Guardia di Finanza ha concluso un’importante inchiesta sull’infiltrazione della ‘Ndrangheta in Trentino e, in particolare, nel distretto dell’estrazione del porfido della Val di Cembra. L’indagine è iniziata nel 2018 e ha individuato una vasta rete d’imprese controllate dall’organizzazione criminale partendo da quelle estrattive per estendersi alla filiera, comprese le attività di autotrasporto. La complessa indagine ha coinvolto ben 148 persone e si è conclusa con il sequestro di beni, conti correnti, società e immobili per un valore di circa cinque milioni di euro. Tra le società sequestrate nell’operazione Perfido, alcune operano nell’autotrasporto con sede a Trento, Padova e Roma (di cui gli inquirenti non hanno rivelato il nome) e una nel magazzinaggio, con sede a Verona. I Finanzieri hanno eseguito 19 custodie cautelari.
Secondo gli inquirenti, la prima cellula della ‘Ndrangheta si è impiantata da molto tempo a Lona Lases e farebbe capo a cosche di Reggio Calabria. Infatti, il fondatore sarebbe un calabrese giunto in Trentino all’inizio degli anni Ottanta e dal 2005 al 2010 l'organizzazione avrebbe anche piazzato un membro nel consiglio comunale di Lona Lases. Altri esponenti importanti della cosca sarebbero imprenditori nell’estrazione del porfido.