La vicenda degli appalti per l’autotrasporto del corriere di Brt si complica, in seguito alla disdetta di numerosi fornitori che il corriere sta attuando da qualche settimana e che ha spinto oltre un centinaio di piccoli autotrasportatori che svolgono la consegna nell’ultimo chilometro a rivolgersi ad Assotir. Si complica perché proprio il giorno in cui Assotir sta svolgendo una trattativa con i vertici di Brt, il 24 aprile 2024, Unatras ha diffuso un comunicato dal quale emerge che anch’essa ha avviato un Tavolo di confronto col corriere. E da quanto abbiamo appurato, le due trattative sono completamente slegate, al punto che nella tarda mattinata del 24 aprile i dirigenti di Assotir nulla sapevano del Tavolo Unatras.
Il giorno precedente, Assotir ha tenuto a Milano una conferenza stampa in cui ha fatto il punto della situazione e ha confermato, almeno sino alla conclusione della trattativa con Brt del 24 aprile, il fermo dei servizi proclamato dal 29 aprile al 3 maggio. La questione delle disdette è sorta dopo il commissariamento di Brt disposto dal Tribunale di Milano nel marzo 2023, nell’ambito di un’indagine sulla somministrazione irregolare di manodopera. In circa un anno è avvenuta una ristrutturazione interna, che ha portato anche al cambio del vertice della società.
Tra le azioni intraprese da Brt per rispondere alle richieste del commissario c’è anche il cambio dei contratti di appalto della distribuzione. Secondo quanto ha dichiarato nella conferenza stampa dal segretario generale di Assotir, Claudio Donati, il corriere ha inviato numerose disdette con soli trenta giorni di anticipo (come è comunque previsto dal contratto di fornitura) e senza nessun confronto con gli imprenditori. Il motivo addotto dalla società è che il Tribunale ha richiesto fornitori di dimensioni più grandi.
L’avvocato che per l’associazione sta seguendo la vicenda, Monica Ortensi, ha dichiarato inoltre che da quanto risulta le disdette avrebbero interessato in prevalenza alcune regioni, come Veneto e Lombardia, mentre altre (come Lazio, Puglia e Campania) sarebbero state toccate in modo marginale da questa ristrutturazione. Inoltre, ai nuovi fornitori Brt avrebbe riconosciuto una tariffa di 300 euro al giorno per veicolo, mentre a quelli esistenti riconosce 200 euro. E su questa differenza, la legale – che rappresenta circa 120 fornitori di trasporto di Brt – intende avviare una causa risarcitoria.
Sulla questione è intervenuta anche Unatras, che in una nota scrive che “dopo aver manifestato il grave stato di disagio che stanno vivendo centinaia di padroncini fornitori di Brt a seguito del recesso unilaterale dei contratti in essere, Unatras presente con una delegazione guidata dal segretario generale Sergio Lo Monte con Patrizio Ricci, Mauro Concezzi e Paolo Melfa ha richiesto informazioni dettagliate ai vertici Brt sulle azioni che sta mettendo in campo, lamentando un approccio poco trasparente e senza preventivo coinvolgimento informativo degli operatori dell’autotrasporto”.
Il comunicato aggiunge che l’amministratrice delegata di Brt, Stefania Pezzetti, ha confermato “la totale disponibilità ad un dialogo costante con Unatras” e ha rassicurato l’unione che “non ci sarà alcuna ripercussione sociale e che c’è la volontà di garantire tutti i fornitori coinvolti vagliando le soluzioni possibili, fermi restando i vincoli imposte dal piano concordato con il Tribunale di Milano”.
La nota di Unatras termina annunciando l’apertura di un Tavolo tecnico “che possa valutare – entro un periodo ragionevole – tutte le opzioni concretamente disponibili rispetto alle diverse esigenze manifestate”. Inoltre la società si sarebbe impegnata a “sospendere – in attesa della conclusione dei lavori del costituendo tavolo tecnico – l’invio di ulteriori comunicazioni di recesso a quei fornitori che non presentino evidenti rilievi di compliance e/o che non operino all’interno di filiali nelle quali è già stato avviato un processo di consolidamento”.
Aggiornamento: Sulla vertenza con Assotir, il 24 aprile Brt ha diffuso una nota in cui comunica che “sta portando avanti un dialogo con le associazioni di categoria, compresa la stessa Assotir”, precisando che “le iniziative sono collegate alla trasformazione che Brt ha attuato e che interessa l’assetto organizzativo, la corporate governance, gli organi di controllo e di vigilanza, le procedure aziendali e la compliance”. La società aggiunge che “sin dall’inizio del processo di riorganizzazione, Brt ha garantito l’occupazione di tutto il personale già impiegato dagli ex fornitori. Stesso impegno è stato dato alle imprese che hanno promosso l’iniziativa con Assotir”.