Il 14 luglio 2023 la Commissione Europea ha annunciato di avere richiamato ben dieci Stati per inadempienze nel recepimento della normativa sul distacco transnazionale degli autisti di veicoli industriali, tra cui c’è l’Italia. Gli altri Paesi sono Belgio, Bulgaria, Danimarca, Francia, Ungheria, Malta, Polonia, Slovenia e Finlandia. La maggior parte dei Paesi (compresa l’Italia ed escluse Danimarca e Francia) “non ha indicato, in modo sufficientemente chiaro e preciso, tutte le misure nazionali che ritengono corrispondenti ai diversi obblighi imposti dalla direttiva”, come spiega la nota della Commissione. Questi Paesi hanno due mesi per rispondere e in assenza di una risposta soddisfacente la Commissione potrà deferirli alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Invece, Danimarca e Francia “non hanno adottato tutte le misure necessarie per garantire il pieno recepimento della direttiva nel diritto nazionale e/o non hanno notificato tali misure alla Commissione”. In questo caso, la Commissione ha inviato loro una lettera di costituzione in mora, con facoltà di rispondere entro due mesi. Se non arriverà una risposta soddisfacente, la Commissione potrà emettere un parere motivato.
Le nuove norme sul distacco transnazionale degli autisti sono inserite nella Direttiva UE 2020/1057, che garantisce il diritto di un conducente a ricevere lo stipendio del Paese in cui è stato distaccato e stabilisce un chiaro quadro giuridico per gli operatori nello svolgimento delle loro operazioni (ad esempio, un elenco chiuso di requisiti amministrativi e misure di controllo). Gli Stati membri avrebbero dovuto adottare misure nazionali per recepire la Direttiva entro il 2 febbraio 2022.