La parabola del padroncino sembra avere raggiunto il suo apice nell’autotrasporto italiano e il numero delle imprese attive continua a calare lentamente. Lo ha dichiarato il presidente del Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori, Enrico Finocchi, durante il convegno “Sostenibilità e sicurezza per l’autotrasporto italiano”, che ha aperto la manifestazione Transpotec Logitec il 12 maggio 2022 a Milano. Al 31 marzo 2022 risultavano iscritte all’Albo 99.196 imprese di autotrasporto in conto terzi attive, con un calo dello 0,2% rispetto al 31 dicembre 2021. Analizzando la loro dimensione, però, emergono due tendenze divergenti: quelle di piccola dimensione, soprattutto monoveicolari, diminuiscono più della media, mentre aumentano quelle con una flotta superiore a cinquanta veicoli. Ci sono anche 18.171 società che non possiedono veicoli industriali, su cui L’albo sta facendo accertamenti.
In particolare, ha comunicato Finocchi “a fine 2021 è partito un controllo su 21.598 imprese a zero veicoli e fino ad oggi sono state avviate verifiche su 16.925 imprese, riscontrando un notevole numero di imprese fallite o liquidate (4.701). Le irregolarità rilevate sono state circa 30mila: per una quota rilevante, pari al 26% (7.749 unità), si tratta di imprese che negli ultimi cinque anni non hanno versato, o hanno versato parzialmente, il contributo all’Albo degli Autotrasportatori; nel 25% dei casi (7.669) è stata riscontrata una discrepanza tra i dati presenti nell’Albo e quelli presenti nel registro delle imprese; nel 19% dei casi manca l’integrazione del requisito della sede operativa (5.640); nel 10% (2.932) il requisito di idoneità finanziaria risulta scaduto”.
Il presidente dell’Albo ha anche fornito quale dato sul parco veicolare italiano, che mostra un aumento dei veicoli industriali con motore Euro VI: 982.696 unità nella categoria con massa complessiva inferiore a 3,5 tonnellate (+23,9%) e 179.444 unità con massa superiore (+24,8%). In quest’ultimo caso, il parco totale è formato da 796.675, di cui 493.731 (62%) fino ad Euro IV e 302.944 (38%) tra Euro V ed Euro VI.