Il 2024 è iniziato in discesa per l’autotrasporto europeo, come mostra la rilevazione trimestrale svolta congiuntamente da Iru, TransportIntelligence e Upply. Nei primi tre mesi dell’anno emerge una contrazione delle tariffe, spot e contrattuali: nel primo caso dell’8,2% e nel secondo dell1%, in entrambi i casi su base annua. Confrontando invece i dati del primo trimestre del 2024 con quelli del corrispondente periodo del 2023, la contrazione è rispettivamente di 2,6 punti e di 1,1 punti.
A fronte di una riduzione delle tariffe, sono aumentati i costi. In primo luogo quello del gasolio (mediamente del 3% da gennaio a marzo) ma in alcuni Paesi anche quelli dei pedaggi stradali. In Germania, Austria, Ungheria e Repubblica Ceca (in quest’ultimo caso a marzo) sono entrati in vigore i pedaggi legati alle emissioni di CO2. Ciò ha comportato un aumento del 7,4% in Austria, del 40% in Ungheria e del 13% nella Repubblica Ceca. La ricerca aggiunge che restano elevati rispetto ai periodi precedenti anche i costi di manutenzione, assicurazione e pneumatici.
Per il resto dell’anno il responsabile dello sviluppo commerciale di Ti, Michael Clover, appare ottimista sul fronte dei vettori: “Sebbene le tariffe di trasporto su strada siano diminuite nuovamente nel primo trimestre del 2024, l'aspettativa è che le tariffe aumenteranno di nuovo durante il 2024. I costi sono ostinatamente elevati e potremmo benissimo entrare in un altro periodo impegnativo della catena di approvvigionamento, con gli indicatori suggeriscono che i volumi delle importazioni si stanno riprendendo e che i colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento, recentemente mascherati da volumi bassi, stanno diventando di nuovo più acuti. Ciò rappresenta una cattiva combinazione per la capacità che si filtrerà nel mercato del trasporto merci su strada nel secondo e terzo trimestre e probabilmente eserciterà una pressione al rialzo sulle tariffe”.
L’amministratore delegato di Upply, Thomas Larrieu, aggiunge che “cominciano ad emergere segnali di ripresa economica, con i prezzi già in aumento su alcune rotte nell’aprile 2024. Ci aspettiamo che la situazione migliori gradualmente durante tutto l’anno”. La previsione è una crescita dell’1,1% delle tariffe, grazie a un aumento del volume di autotrasporto dello 0,4%.
Resta però l’incognita dell’andamento dei costi, considerando anche che alcuni Paesi europei devono ancora introdurre il pedaggio calcolato sulla CO2. A maggio dovrebbe farlo la Svezia, la Danimarca nel 2025, i Paesi Bassi e la Romania nel 2026 e il Belgio nel 2028. “Aumentare i pedaggi sulla CO₂ sulle flotte esistenti senza avere a disposizione degli operatori veicoli alternativi a zero emissioni, infrastrutture e incentivi è controproducente”, commenta Vincent Erard, direttore senior per la Strategia e lo Sviluppo dell'Iru, aggiungendo che “dobbiamo anche promuovere misure di comprovata efficienza per gli operatori, in particolare le Pmi, per accelerare i progressi nella decarbonizzazione”.