Dopo decine di manifestazioni in diverse città russe, come avevano promesso gli autotrasportatori hanno puntato sulla capitale. I numeri del corteo di camion diretti a Mosca sono relativamente modesti, ma sempre importanti in un Paese dove praticamente le proteste non esistono. Un centinaio di camion ha raggiunto le strade della capitale questa notte, a gruppi di 15 o 20 unità. Una parte si è diretta sulla tangenziale MKAD, che è stata temporaneamente interrotta dalla polizia in alcuni punti, altri sono stati "intrappolati" dagli agenti in un parcheggio.
Gli autotrasportatori russi hanno ottenuto un parziale risultato: proprio oggi, la Duma (il Parlamento russo) ha ridotto le sanzioni per chi non pagherà il pedaggio da 450mila rubli a 5-10mila rubli (ossia, da circa 6000 a 60-120 euro). E in futuro potrebbero giungere altre concessioni.
L'opposizione al Platon è sorta spontaneamente, usando anche i social network (per quanto possibile in Russia), ed è animata soprattutto da padroncini che rischiano di chiudere quando sarà applicato il pedaggio. La marcia su Mosca era prevista per il 30 novembre, ma ha subito ritardi a causa dello scarso coordinamento tra i camionisti e della azioni di contrasto attuate dalla Polizia. Inoltre, mass media russi hanno ignorato le manifestazioni dei camionisti contro il pedaggio, mentre i politici vicini al presidente Putin hanno attaccato i camionisti, definendoli al servizio di potenze straniere.
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