Si complica la situazione dell’autotrasporto in Gran Bretagna, dove la coincidenza di Brexit, pandemia e carenza di autisti sta causando problemi nell’approvvigionamento dei supermercati e, almeno per un paio di giorni, di alcuni distributori di carburanti. Ora sta arrivando un’altra minaccia, quella dello sciopero degli autisti contro le basse retribuzioni e gli elevati carichi di lavoro. È un’iniziativa autonoma dai sindacati, lanciata da un gruppo di camionisti con la parola d’ordine di “stay at home”, ossia “restiamo a casa”. Lo sciopero nazionale è programmato per il 23 agosto e finora avrebbero aderito almeno tremila persone. "Per troppi anni siamo stati ignorati, sfruttati e dati per scontati. Ora è arrivato il nostro momento, ora abbiamo una finestra di opportunità per essere ascoltati", ha dichiarato Mark Schubert, uno degli autisti che ha aderito all’iniziativa, al quotidiano The Guardian.
A questa iniziativa ha immediatamente risposto l’associazione delle imprese di autotrasporto Road Haulage Association, secondo cui questa iniziativa peggiorerà una situazione già brutta. Si stima che in Gran Bretagna manchino 100mila autisti di veicoli industriali. La carenza esiste da tempo, ma è stata aggravata sia dalle restrizioni all’immigrazione successive alla Brexit, sia dalla "pingdemic", ossia la tendenza all’isolamento scatenata dalla pandemia. Per affrontare questa situazione, il Governo britannico ha allungato i tempi di guida giornalieri e ha esentato circa diecimila autisti che lavorano per la distribuzione alimentare dalla quarantena.
Ma la crisi continua, soprattutto nella grande distribuzione organizzata. Sempre secondo il Guardian, il 23 luglio le tre catene di supermercati Asda, Tesco e Sainsbury's hanno chiesto ai loro fornitori un supplemento per coprire gli aumenti alle retribuzioni dei loro autisti per trattenere o reclutare il personale. Lo stesso giorno sono apparse sui quotidiani britannici fotografie di scaffali vuoti.