Dopo la multa record da 2,93 miliardi di euro comminata dall'Antitrust europea a cinque costruttori di veicoli industriali (e un sesto è in attesa della sentenza), si apre ora il capitolo dei risarcimenti che gli acquirenti danneggiati possono chiedere. Infatti, il regolamento UE1/2003 e la seguente giurisprudenza della Corte di Giustizia Europa considera la decisione della Commissione Europea una prova d'illecito per cui si può avviare una causa di risarcimento. Secondo la Direttiva 2014/104/UE, le vittime di un cartello hanno cinque anni dall'accertamento della violazione per avviare una causa.
È passato un solo anno dalla decisione e la macchina dei risarcimenti si è già messa in moto in Italia, Paesi Bassi e Gran Bretagna. Nel nostro Paese si è mobilitata sopratutto l'associazione degli autotrasportatori Fita Cna, che lo scorso aprile ha dichiarato di vere raccolto 2900 adesioni alla sua azione collettiva. Possono aderire le imprese che hanno acquistato modelli dei cinque marchi condannati (Mercedes, Volvo Trucks, Renault Trucks, Daf e Iveco) dal 1997 al 2011 e la Fita afferma che le imprese aderenti possono vantare il risarcimento per l'acquisto di 13.671 camion.
Anche in Gran Bretagna si sta muovendo un'associazione dell'autotrasporto, la Road Haulage Association, che a giugno ha avviato un'azione per raccogliere adesioni, anche da imprese non associate , attivando uno specifico sito web (www.truckcartellegalaction.com). La RHA precisa che l'azione non comporta costi per chi vi aderisce. L'associazione stima che si possa ottenere un risarcimento medio di 6000 sterline (circa 6800 euro al cambio del 18 luglio 2017) e che in Gran Bretagna potrebbero averne diritto circa 650mila veicoli industriali.
L'associazione ha già attivato una squadra di quattro legali e un'assicurazione che coprirà i costi. Il ricorso sarà presentato al Competition Appeal Tribunal di Londra, il tribunale britannico specializzato in questo tipo di cause. Il primo atto sarà chiedere ai giudici di accettare la RHA come rappresentate delle singole aziende e persone che attuano la class action e la prima udienza potrebbe avvenire entro la fine di quest'anno.
Nei Paesi Bassi, circa tremila imprese di autotrasporto si sono riunite per un'azione legale comune affidata alla società specializzata MKB-Claim. Anche in questo caso si stanno raccogliendo le adesioni, con l'obiettivo di raggiungere un accordo con i costruttori e, nel caso in cui ciò non avvenga, per avviare una causa in Tribunale. L'adesione è gratuita e in caso di successo gli aderenti verseranno alla MKB-Claim il 15% del rimborso (ricevuto tramite accordo) e il 20%, nel caso di azione in Tribunale. MKB-Claim stima che siano interessati circa 80mila veicoli industriali e che in caso di successo le imprese potranno ricevere complessivamente 250 milioni di euro.
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