Una nuova grande frode sul gasolio è stata scoperta, ma questa volta non è avvenuta tramite l'ingresso clandestino in Italia del carburante su camion, bensì attraverso documentazione falsa. In pratica, una delle aziende di commercio coinvolte ha simulato la denaturazione di grandi quantità di gasolio che era destinato a usi agevolati (come pesca e agricoltura) e che quindi gode di benefici sulle accise per venderlo a soggetti che non avevano diritto. Ciò avveniva producendo falsi documenti di trasporto e false fatture di vendita.
Con questo sistema, la società ha costituito scorte di carburante in nero, che poi ha venduto per autotrazione. Secondo gli inquirenti, l'oranizzazione avrebbe venduto in questo modo circa quaranta milioni di litri di gasolio in due anni, dal 2014 al 2016, per un'evasione di accise e Iva di venticinque milioni di euro. Al termine dell'inchiesta, i magistrati hanno sequestrato due depositi – che hanno una capacità di stoccaggio di quattro milioni di litri - e le attrezzure per il contrabbando, comprese le autocisterne.
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