Il Pm Francesco Caleca ha chiesto la condanna più pesante, a sedici anni, per Michele Pugliese, soprannominato Papera, che è considerato un importante appartenente alle cosche Arena e Nicoscia d'Isola di Capo Rizzuto. Insieme ad altri sette imputati è accusato di reimpiego di denaro di provenienza illecita, intestazione fittizia, aggravati dall'aver agito per agevolare un'associazione mafiosa. Per gli altri imputati, il Pm ha chiesto condanne da sei a nove anni di carcere.
Il processo è nato dall'operazione Zarina, nata da un esposto del sindaco di Castelnovo Monti e conclusa nell'aprile del 2014 con tredici arresti e il sequestro di tredici milioni. L'indagine riguarda il riciclaggio di denaro in aziende di autotrasporto e di movimento terra operanti in Emilia Romagna. La "zarina" sarebbe una degli imputati, la compagna di Pugliese, che avrebbe coordinato le attività dell'organizzazione quando lo stesso Pugliese venne arrestato nel 2010 nell'ambito dell'operazione Pandora.
L'indagine iniziò con un controllo dei Carabinieri sulla società Autotrasporti Emiliana Inerti, che aveva sede legale a Isola di Capo Rizzuto e operativa a Gualtieri, che secondo gli inquirenti era nella disponibilità di Pugliese, anche se intestata a un prestanome. L'operazione Zarina ha portato già a cinque condanne durante il rito abbreviato concluso nel marzo del 2015.
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