L’operazione che ha concluso un’inchiesta sul racket nel Mercato dei Fiori situato tra Castellammare di Stabia e Pompei è stata compiuta l’11 febbraio 2020 dalla Guardia di Finanza di Torre Annunciata con il sequestro dell’azienda d’intermediazione Engy Service, su ordine del Gip del Tribunale di Napoli. Secondo gli inquirenti, questa società è stata costituita da persone aderenti al clan camorristico dei Cesarano ed era amministrata da due persone in carcere, cognati di Luigi Di Martino, soprannominato O’Profeta, recluso in regime 41 bis. Questa società è ritenuta dai magistrati una vera e propria impresa di Camorra e serviva per gestire e controllare, in maniera diretta e indiretta, il commercio, il facchinaggio e il trasporto dei prodotti che passavano per il Mercato dei Fiori.
La Engy Service, spiegano gli inquirenti, fungeva da intermediario nei confronti delle imprese storicamente operanti nel mercato florovivaistico, alterando radicalmente le dinamiche di mercato tra autotrasportatori e commercianti. Fino al 2015, i vettori e committenti stabilivano in modo autonomo condizioni e prezzi dell’autotrasporto, ma da quell’anno il clan camorristico avrebbe imposto la sua intermediazione. In pratica, i commercianti non potevano più prendere contatti diretti con gli autotrasportatori, ma dovevano necessariamente passare attraverso la Engy Service, che distribuiva le commesse ai trasportatori. Per farlo l’organizzazione avrebbe usato l’intimidazione ma spesso non era neppure necessaria, perché nel territorio era noto che la società faceva capo al clan Cesarano. Ma chi non si adeguava subiva minacce e in qualche caso anche pestaggi. In soli tre anni, la Engy Service ha raggiunto nel 2018 un fatturato di quasi due milioni di euro, scrive la Finanza in una nota.