Il 21 agosto 2018, il vice-presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, torna per la seconda volta sulle conseguenze del crollo del viadotto Polcevera dell'autostrada A10, accusando il silenzio della politica "sugli allarmi lanciati a più riprese dalla Confederazione sulla disconnessione del nostro Paese e sui rischi legati alla sicurezza di opere obsolete, alla mancata realizzazione di nuove infrastrutture, presenti solo sulla carta, all'interpretazione di una norma nata per limitare ai soli pezzi indivisibili il trasporto eccezionale e resa 'elastica' al punto da consentire ai Tir di viaggiare a un peso di 108 tonnellate anche con carichi divisibili".
Riguardo l'autotrasporto eccezionale, Uggè chiede al ministero dei Trasporti un Decreto che cancelli l'interpretazione elastica: "Dato che, come riportano molti quotidiani, il 60% dei ponti gestiti da Anas in Italia è a rischio, perché il ministro Toninelli non propone la modifica con un provvedimento d'urgenza dell'articolo 10 del Codice della Strada, che prevede che il carico di un trasporto eccezionale debba essere indivisibile? Non costa nulla, ma può eliminare un elemento di rischio. Finché si fanno chiacchiere va tutto bene, ma agire è forse un po' più complesso".
Uggè interviene anche sull'ipotesi di revoca delle concessioni autostradali, consigliando agli esponenti del Governo che la chiedono di "meditare" su quando Antonio Di Pietro ha dichiarato, ossia che "è vero che potrebbe esserci una responsabilità da parte di Autostrade sull'omessa manutenzione e sull'omesso ripristino. Ma è anche vero che c'è un omesso controllo da parte del ministero delle Infrastrutture". Uggè aggiunge: "Credo che solo recuperando la necessaria competenza, il ruolo dello Stato e il senso della misura, anche da chi fa informazione, potremo aiutare il nostro Paese a diventare europeo. Il resto è demagogia e propaganda".
Il richiamo alle parole di Di Pietro (che è stato ministro delle Infrastrutture in un Governo di centro-sinistra) è interessante, perché non bisogna dimenticare che il presidente di Conftrasporto è Fabrizio Palenzona, che presiede anche l'Aiscat, l'associazione delle concessionarie autostradali. Si può quindi ipotizzare che dei controlli da parte del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti se ne parli in Aiscat e che magari questo tema possa diventare tra quelli portanti nel caso in cui il Governo prosegua con la contestazione d'inadempienza alla società Autostrade, che potrebbe portare alla revoca delle concessioni. È interessante notare che anche sul fronte governativo c'è un esponente che ha collaborato con l'Aiscat. E non uno qualsiasi, bensì lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che in passato è stato consulente dell'associazione e della società autostradale Serenissima.
Uggè interviene anche sulle critiche emerse in alcuni giornali contro la crescita dell'autotrasporto, che sarebbe causa del logoramento delle infrastrutture: "Come se esistessero alternative modali non percorse per capriccio, cattiva volontà o interesse. Casomai è l'assenza di una politica di sistema che sappia dare le adeguate risposte alle esigenze del nuovo modo di produrre, passato dagli stock ai flussi, che induce a scegliere la modalità stradale rispetto ad altre. Se i porti non sono permeabili e se le ferrovie non garantiscono la necessaria funzionalità, la merce sceglie il mezzo più efficace".
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