Dopo la pausa forzata nella vertenza dell’autotrasporto provocata prima dalle dimissioni del Governo Draghi e poi dalle elezioni, le associazioni riaccendono i motori per prepararsi ai nuovi interlocutori istituzionali con cui dovranno trattare quando sarà formato il Governo uscito dalle urne. È ancora presto per capire con chi avranno a che fare, perché come sempre i “totoministri” che si alternano quotidianamente sui giornali hanno scarso valore. Però intanto Conftrasporto esordisce con una dichiarazione fatta dal suo presidente Paolo Uggè la mattina del 29 settembre 2022.
Uggè chiede che nel nome dell’attuale ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili venga ripristinato il termine “Trasporti”. Lo ha detto durante la Conferenza di Sistema di Confcommercio, spiegando che bisogna così segnare una “discontinuità rispetto al passato recente” e “tornare alla centralità della politica dei trasporti nelle future scelte del nuovo Governo”. Egli ha aggiunto che “solo un teorico idealista può non considerare che prima bisogna stabilire quale sia la politica dei trasporti necessari per il Paese, e poi le infrastrutture indispensabili per realizzarla in un quadro di sostenibilità”.
A proposito d’infrastrutture, Uggè ha ribadito la necessità di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina: “Un disegno immaginato a livello comunitario già nel 1984 dall’allora Commissario europeo Karel Van Miert, appoggiato negli anni Novanta dall’allora Commissario europeo Karel Van Miert, perseguito in seguito dalla Commissaria europea Loyola de Palacio e approvato dal governo Berlusconi. Occorre definirne l'utilità per la competitività dell’economia nazionale, quindi la realizzabilità, peraltro già accertata, poi si dia il via libera alla riassegnazione dell'appalto”.