In una nota diffusa il 21 agosto 2018, Trasportounito illustra una prima stima dei costi supplementari causati agli autotrasportatori che operano sul porto di Genova dal crollo del ponte Morandi: sei milioni al mese in totale. Ma il coordinatore dell'associazione in Liguria, Giuseppe Tagnochetti precisa che "questa cifra potrebbe anche risultare ben più alta e che assume un peso rilevante anche a livello nazionale, considerando che sono coinvolte almeno quattrocento imprese e circa duemila autisti".
Per stimare questi danni indiretti, Trasportounito ha considerato le maggiori percorrenze che i veicoli industriali devono compiere per aggirare il tratto di autostrada interrotto, l'aumento dei tempi di attesa, la diminuzione della velocità commerciale e della capacità produttiva dei veicoli, in termini di minore consegne giornaliere. "Questa è una prima stima che non tiene e non può ancora tenere conto delle conseguenze e dell'efficacia di una serie di interventi infrastrutturali d'emergenza, come l'apertura della nuova strada a mare nelle aree Ilva e demaniali, la nuova viabilità completata di lungomare Canepa e le modalità di accesso al nodo autostradale dell'aeroporto. Azioni che, se messe in atto congiuntamente, dovrebbero contenere l'impatto operativo ed economico sulle aziende, legato al crollo del Morandi".
Trasportounito considera anche l'eventuale estensione delle attività di autotrasporto nelle ore notturne: "Se saremo chiamati poi ad operare anche in turni notturni, le imprese di autotrasporto si troveranno ad affrontare un ulteriore aumento dei costi del personale fra il 30 e il 35%, senza contare la necessità di investire in nuove macchine e operatività", precisa Tagnochetti.
Sulla base di queste stime, l'associazione degli autotrasportatori chiede "un confronto urgente e serrato anche con le aziende committenti", con lo scopo di attuare nuove condizioni operative e definire "un sistema tariffario dei servizi di autotrasporto adeguato allo stato di emergenza".
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