Sei associazioni dell’autotrasporto (Fita Cna, Confartigianato Trasporti, Fai, Fiap, Legacooperative e Trasportounito) hanno proclamato il fermo dei servizi nei porti e interporti liguri dal 15 al 19 giugno 2021 contro i gravi problemi causati dai cantieri autostradali che imperversano sulla rete ligure dal crollo del ponte Morandi di Genova. Ma non tutte le sigle del settore aderiscono al fermo: nei giorni scorsi Assotir della Spezia ha annunciato che non parteciperà e il 10 giugno lo ha fatto anche la sezione spezzina di Confartigianato Trasporti, il cui presidente Stefano Ciliento esprime “disaccordo nei metodi organizzativi convinto che l’attività di rappresentanza della categoria non possa avvenire nel capoluogo e senza adeguate assemblee territoriali”, come scrive la sigla in una nota.
Confartigianato Trasporti della Spezia ritiene che i problemi del settore siano altri, citandone cinque che non sono citati nella piattaforma del fermo: rispetto delle normative di sicurezza sul lavoro e norme anti Covid19 nelle aree di accesso ai varchi portuali e terminal; applicazione dei costi minimi di sicurezza; aggiornamento R.T.O. Ores; riconoscimento dei tempi di attesa e accesso per le operazioni di carico e scarico nei porti; verifica e consegna dei vuoti.
Riguardo le attese, Confartigianato Trasporti La Spezia ha chiesto all’Autorità di Sistema Portuale Mar Ligure Orientale e quest’ultima sta preparando un’ordinanza per definire i livelli minimi di servizio ai veicoli industriali e i tempi massimi di attesa ai terminal per ogni carico o scarico del container, che sarebbero di 45 minuti per un’operazione e di 90 minuti per due operazioni. Si valuta anche l’uso della piattaforma interna di Santo Stefano per la gestione dei container vuoti.
L’associazione ha deciso di non aderire al fermo anche “ per rispetto istituzionale, alla luce del dialogo fattivo avviato con il presidente dell’Autorità Mario Sommariva, che sembra determinato nella soluzione della delicata trattativa con la categoria”.