Il 2 agosto 2023 la Fai Sicilia ha annunciato la revoca del fermo regionale dell’autotrasporto che aveva proclamato dal 4 all’8 agosto. I motivi di questa decisione sono esterni alla vertenza e riguardano la difficile situazione che sta vivendo la Sicilia a causa degli incendi nel palermitano e nel catanese, “per evitare ingorghi ed ulteriori disagi ai turisti anche nei porti di Messina, Catania, Palermo e Termini Imerese”.
L’associazione si riserva di proclamare nuovamente il fermo perché “la categoria non molla e non arretra di un centimetro, non intende perdere i fondi del marebonus 2022”. Quindi, “se nonostante il tempo concesso la situazione non si sarà risolta, si andrà al fermo”. Ora tocca al ministero dei Trasporti sciogliere questo nodo.
Sul fermo siciliano è intervenuto il 31 luglio 2023 (quindi prima della revoca) il segretario generale della Fiap Alessandro Peron, sostenendo che “nonostante negli ultimi anni non abbiano registrato risultati, alcune sigle sindacali datoriali che sostengono di rappresentare il settore dell’autotrasporto in Sicilia, continuano ad utilizzare vecchi modelli come quello della proclamazione del fermo dei servizi, per ottenere attenzione dai media e dalla politica”.
Egli aggiunge che questo è “un modo di relazionarsi con il mondo esterno che evidenzia da un lato la scarsa capacità di dialogo e rappresentatività nelle sedi istituzionali e dall’altro la poca conoscenza e relazioni con le imprese del settore coinvolte, che da una azione di tal genere deriverebbero unicamente una perdita economica, considerando scenario e periodo”.
Peron interviene anche sul merito della questione, ossia la mancata erogazione del contributo per il trasporto combinato strada-mare nel 2022 e in prospettiva anche nel 2023, che “è di per sé un fatto grave che evidenzia una mancanza di attenzione e volontà di supporto al cosiddetto shift intermodale da parte del ministeri coinvolti, che richiederebbe una velocità diversa da quella della burocrazia”.
Ma anche quando erogato, aggiunge Peron, “tale ‘bonus’ non è mai rimasto nelle tasche delle imprese di autotrasporto, ma è sempre stato rigirato direttamente ai clienti nella forma di riduzione del prezzo dei servizi ottenuti. Cosa che, tra l’altro, avviene per la stragrande maggioranza dei benefici economici erogati a loro favore, se non la totalità”.