Otto associazioni dell’autotrasporto genovesi (Trasportounito, Aliai, Anita, Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Fai, Fiap e Lega Cooperative) annunciarono alla fine di maggio 2024 l’applicazione di un supplemento ai trasporti stradali di container che fanno capo al porto di Genova, a causa dei lunghi tempi di attesa, precisando che sarebbe entrato in vigore il 3 giugno. Lo stesso giorno, l’associazione degli spedizionieri Fedespedi ha diffuso una nota che respinge tale supplemento. “I disservizi denunciati dagli autotrasportatori vengono subiti da tutta la catena logistica”, afferma il presidente Alessandro Pitto.
Egli spiega che “queste criticità gravano già oggi in termini di oneri economici, diretti ed indiretti, sulla merce che non può certamente oggi farsi carico di ulteriori costi come quello della congestion fee. Le imprese di spedizione nel porto di Genova come in diversi altri scali - quali ad esempio Trieste, Livorno, La Spezia - si sono sempre impegnate a proporre e attuare soluzioni operative, essendo parte integrante e proattiva dell’evoluzione tecnologica e digitale a livello di ecosistema ed essendosi fatte portatrici di istanze, quali l’adozione di una Carta dei Servizi, che potrebbero consentire il monitoraggio puntuale dell’efficacia delle prestazioni fornite da tutti gli attori coinvolti”.
Fedespedi si rivolge quindi all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale affermando che questa iniziativa dell’autotrasporto “rischia di indebolire e danneggiare pesantemente il porto di Genova, nei prossimi mesi interessato da importanti opere infrastrutturali che limiteranno la capacità di trasporto ferroviario”. Ritiene anche che il supplemento contenga “profili di rilevanza anticoncorrenziale”. L’associazione chiede all’Autorità portuale l’avvio di un Tavolo di confronto “per superare le problematiche esistenti”.