La vertenza riguarda oltre duemila padroncini che lavorano in esclusiva per FedEx in California nella presa e consegna dei pacchi. Le prime cause contro la multinazionale risalgono addirittura al 2000, per chiedere lo stato di autisti dipendenti. Ciò significa, in concreto, che cambia il regime fiscale e che gli autisti possono ottenere i diritti dei dipendenti, tra cui fringe benefit, norme contro la discriminazione, l'assistenza sanitaria, la pensione e le assicurazioni contro la disoccupazione.
Dopo anni di vertenze e cause giudiziarie, la Ninth Circuit (una corte d'appello federale) ha stabilito che gli autisti non sono veri lavoratori autonomi, bensì sono assimilabili a dipendenti, perché l'azienda ne ha il pieno controllo. Quindi, FedEx ha proposto un accordo economico ed è disposta a versare un risarcimento complessivo di 228 milioni di dollari, che deve essere comunque essere approvato dal Ninth Circuit.
Questo è uno dei più grandi risarcimenti nel settore del lavoro degli Stati Uniti e rappresenta un precedente per le altre imprese di trasporto che adottano lo stesso meccanismo e che negli Stati Uniti non sono poche. Ma la vertenza può estendersi anche agli altri padroncini della FedEx degli Stati Uniti, con un impatto notevole sul bilancio dell'azienda.
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