Una società friulana operante nel settore dei trasporti internazionali su strada, controllata da una multinazionale europea (di cui non stato fornito il nome), ha versato circa cinque milioni di euro nelle casse dell'Erario a seguito di una verifica fiscale condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Udine. L'operazione è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra la Procura della Repubblica di Udine, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza e la Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate di Udine.
La verifica fiscale, sviluppata dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria udinese, ha svelato una complessa situazione di fiscalità internazionale che coinvolgeva l'azienda friulana. L'ispezione è stata particolarmente articolata, richiedendo l'analisi di una vasta mole di documentazione contabile ed extracontabile, oltre all'esame di migliaia di email e file legati all'attività commerciale svolta dalla società.
All'esito delle indagini, è stata constatata un'evasione dell'Iva per circa 4,3 milioni di euro, oltre a costi indebitamente dedotti per circa due milioni di euro e ricavi non dichiarati per un totale di circa un milione di euro. In particolare, l'operazione ha consentito di svelare un articolato meccanismo di esenzione dell'Iva formalmente eseguito dalla società friulana nei confronti di una multinazionale olandese. Tuttavia, le prestazioni di servizio risultavano di fatto realizzate sul territorio nazionale, in collaborazione con una società italiana del comasco appartenente allo stesso Gruppo internazionale. Tale meccanismo ha portato alla disapplicazione dell'esenzione d'imposta e all'applicazione dell'aliquota ordinaria sulle prestazioni rese.
Gli amministratori della società friulana sono stati denunciati alla Procura della Repubblica per il reato di infedele dichiarazione. L'Agenzia delle Entrate – Direzione Provinciale di Udine, condividendo gli esiti dell'indagine della Guardia di Finanza, ha definito il contenzioso tributario con la società, portando al versamento di circa cinque milioni di euro nelle casse dello Stato.