Si chiama Oil Flood l’indagine avviata dalla Procura di Pistoia e svolta dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Dogane su un’organizzazione di Pistoia che avrebbe attuato una colossale frode fiscale sui carburanti da 55 milioni di euro. Il meccanismo è analogo ad altri: alcune società cartiere e filtro amministrate da prestanome si ponevano tra l'acquisto del carburante e la vendita in nero, usando false dichiarazioni d’intento, ossia il sistema che sospende il pagamento delle imposte sul prodotto a determinate condizioni. In realtà, il carburante non varcava i confini nazionali ma era venduto in Italia, usando anche stazioni di servizio compiacenti. Dietro l’organizzazione ci sarebbero soggetti che operano anche ufficialmente nel commercio del carburante.
Il 19 febbraio 2020 l’operazione Oil Flood ha permesso il sequestro di di beni mobili, immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie per oltre 55 milioni di euro, ossia il valore stimato di quanto è stato sottratto all’Erario. Se le accuse saranno confermate in Tribunale, il sequestro potrà trasformarsi in confisca definitiva. Tra i beni sequestrati ci sono anche cinque distributori di carburanti e un deposito di oli minerali. Gli organizzatori della frode sono stati denunciati a vario titolo per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento dell’Iva, sottrazione fraudolenta al pagamento d’imposte, riciclaggio e autoriciclaggio.