L'inchiesta svolta dalla Guardia di Finanza di Fiorenzuola d'Arda che ha portato al sequestro di una società di capitali di autotrasporto piacentina (di cui gli inquirenti non hanno comunicato il nome) è nata dal fallimento di un'altra società di persone che operava nel trasporto su strada. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i soci dell'impresa fallita hanno pagato fatture per un milione e mezzo di euro ad altre aziende a loro riconducibili, già quando la società versava in gravi condizioni economiche e aveva già numerosi debiti, in gran parte nei confronti dell'Erario.
Questo trasferimento di denaro sarebbe stato svolto tramite "molteplici attività di carattere distrattivo" e quindi non sarebbe dovuto a servizi effettivamente resi, bensì allo scopo di svuotare le casse dell'impresa fallita per evitare di pagare i creditori. Le somme e i beni così recuperati sono poi finiti in una società a responsabilità limitata che ha sede a Cortemaggiore, anch'essa riconducibile ai soci dell'impresa fallita. Ed è proprio questa la società di cui la magistratura ha disposto il sequestro di tutte le quote, col fine di tutelare i creditori di quella fallita.
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