All’alba del 28 giugno 2022, la Guardia di Finanza ha stretto le maglie di un’ampia indagine internazionale sul contrabbando di diversi prodotti, tra cui carburanti. L’inchiesta, denominata Operazione Melita, è iniziata nel 2018 durante alcuni controlli su strada su autoarticolati che transitavano sull’asse del Brennero, con il coordinamento della Procura di Trento. Da allora il Nucleo di Polizia Economico Finanziario di Trento, con il supporto dello S.C.I.C.O. di Roma hanno svolto intercettazioni e controlli su veicoli alla ricerca di doppifondi o carichi di copertura, scoprendo un ampio traffico di merci provenienti da diversi Paesi europei, soprattutto Germania e Slovenia. Oltre che il Brennero, i contrabbandieri usavano i valichi di Prato La Drava, Tarvisio e Trieste.
Le merce era importata clandestinamente in diversi modi: spedizioni svolte su veicoli industriali o container marittimi, utilizzando vani nascosti o carichi di copertura per i carburanti o i tabacchi; falsa documentazione per transito comunitario doganale per le sigarette; apertura di depositi fiscali in sospensione d’imposta per gli alcolici, avvalendosi anche di una distilleria di Trento. Anche i veicoli erano vari, dalle autovettura ai camion, dai furgoni agli autobus. Una volta giunte in Italia, le merci erano poi vendute in Italia tramite canali illegali.
Gli inquirenti ritengono che questa organizzazione di contrabbandieri abbia evaso tributi per oltre 27 milioni di euro, anche con la vendita di 160 tonnellate di tabacchi e 16 milioni di litri di prodotti alcolici. L'organizzazione era composta da cinque gruppi internazionali connessi tra loro - composti in prevalenza da soggetti di nazionalità italiana, rumena, moldava, ucraina greca e maltese - con ramificazioni in Slovenia, Germania, Belgio, Inghilterra, Olanda, Polonia, Francia, Bulgaria e Grecia. In tutto la procura ha posto sotto indagine 115 persone, spiccando mandato di arresto per ventotto.