Le prime notizie diffuse della Guardia di Finanza, che sta attuando le perquisizioni disposte dal procuratore capo Carlo Nordio con un centinaio di militi, parlano di una frode sul almeno 400 milioni di litri di carburante per autotrazione svolta da quattro organizzazioni. L'indagine – denominata Light Fuel - è iniziata nel novembre 2015 quando i Finanzieri della sezione Oli Minerali hanno scoperto che alcuni distributori di carburanti praticavano prezzi che non erano compatibili con la situazione di mercato, sospettando così una provenienza illecita del prodotto. L'indagine si è svolta non solo analizzando la documentazione contabile, ma anche seguendo le autobotti che rifornivano i distributori sospettati.
Per svolgere una frode di enormi quantità di carburante non basta importarle clandestinamente, ma ci vuole un sistema di falsa documentazione, così i contrabbandieri hanno creato società "cartiere" intestate a prestanome poste tra il fornitore di carburante (una raffineria o un deposito) e l'acquirente del prodotto, che producono i falsi documenti che servono per non versare l'Iva allo Stato. Potevano farlo dichiarandosi "esportatori abituali".
In questo modo, potevano acquistare formalmente il carburante da depositi fiscali italiani in regime di esenzione dell'Iva e dell'accisa perché avrebbero dovuto esportarlo. In realtà, il carburante non veniva portato all'estero, ma rivenduto in nero sul territorio italiano a distributori compiacenti, che a loro volta lo rivendevano al consumatore finale a un prezzo decisamente più basso della concorrenza legale, perché nessuno aveva versato Iva e accisa. Un'altra parte dei carburanti era importata dall'estero in modo regolare, ma la società "cartiera" non versava l'Iva. In questo caso, la maggior parte del prodotto era acquistata in Slovenia da una società con sede legale a Malta e operativa in Svizzera, su cui la Finanza sta ancora indagando.
I Finanzieri hanno individuato ben trenta società – tra depositi, trader e distributori stradali di carburanti – che sarebbero a vario titolo coinvolte nella frode vendendo il prodotto. In particolare, i 400 milioni di litri sarebbero stato veduti da 259 distributori di tutta Italia nel 2015 e 2016, per un valore di 390 milioni di euro.
Durante l'operazione di oggi, la Finanza ha sequestrato 18 milioni di litri di carburante e ha notificato 31 avvisi di garanzia ad altrettanti indagati residenti a Roma, Milano, Napoli, Como, Varese, Perugia, Piacenza, Treviso, Padova e Rovigo. I reati contestati – alcuni dei quali prevedono condanne superiori a sei anni – vanno dall'associazione per delinquere, all'omessa presentazione della dichiarazione, dalla presentazione di dichiarazione infedele alla sottrazione al pagamento dell'accisa, dalla ricettazione all'occultamento della documentazione contabile.
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