Prosegue la lunga e tormentata vicenda della concessione dell'area dello stabilimento Ilva dimesso, situato nell'area del porto di Genova e quindi conteso da diversi operatori, ma anche dalle associazioni degli autotrasportatori che da anni chiedono di trasformarlo in un autoparco. L'area appartiene alla Società per Cornegliano, una spa formata da enti pubblici: Regione Liguria (45%), Città Metropolitana di Genova (22,5%), Comune di Genova (22,5%) e Invitalia Partecipazioni (10%). La superficie complessiva conta 265mila metri quadrati, dei quali 77mila per costruire una nuova strada, 128mila per attività logistico-portuali gestite dall'Autorità Portuale e 60mila per funzioni urbane. Sull'area destinata all'Autorità Portuale si svolge da anni una battaglia per il suo utilizzo.
La prima assegnazione è avvenuta nel 2006 tramite un contratto di comodato con cui la Società per Cornegliano affidava 144mila metri quadrati al Gruppo Spinelli per deposito di container vuoti, a fronte dell'abbandono da parte del trasportatore genovese di un'altra area a Erzelli. Una decisione che ha scatenato ricorsi al Tar e perfino una sentenza della Cassazione del 2009 (numero 8996), che però non sono riusciti a scalzare Spinelli dall'area. Però, l'utilizzo di Cornegliano scade nel 2018 (dopo un rinnovo avvenuto nel 2013) e ciò sta riaprendo i giochi per conquistare quest'area strategica. Ciò deve avvenire tramite una gara, ha stabilito lo scorso anno il Consiglio di Stato.
Ora sta partendo la procedura di concessione con la decisione approvata il 27 aprile dal Comitato di Gestione dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale di aggiornare l'accordo con Società per Cornegliano per la consegna delle aree ex Ilva a fine 2020 (ovvero nel successivo triennio previo assenso di ASP). Ciò permette di avviare la gara pubblica per la concessione, che però dovrebbe durare 24 mesi. Una decisione contestata dalla Fita Cna, che da anni chiede che sull'area di Cornegliano sia costruito un autoparco composto da un'area di sosta per i veicoli industriali e servizi per veicoli e autisti. "Una concessione di soli due anni rende impossibile creare un autoparco", spiega Stefano Filippini, presidente provinciale dell'associazione dell'autotrasporto. "Ciò vale anche per altri concorrenti e questo periodo è un vantaggio per chi già occupa l'area".
Filippini precisa che l'autoparco "è un'opera essenziale nell'interesse del porto e della città, una città che non può continuare ad essere il parcheggio dei camion. I traffici del nostro porto per fortuna stanno aumentando, sono oltre cinquemila i camion che quotidianamente sono al servizio della portualità, la realizzazione di questa opera è un'esigenza improrogabile e quindi è giunto il tempo di dire basta a questi giochi che pare abbiano ben altri obbiettivi". Oggi i camion possono fermarsi a Genova in due aree, che però sono semplici parcheggi senza servizi: una è vicina all'aeroporto e l'altra si trova a Campi.
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