La Gazzetta Ufficiale numero 21 del 26 gennaio 2023 ha pubblicato il Decreto Flussi, che fissa le quote di lavoratori extracomunitari che possono entrare in Italia. Il numero massimo stabilito per il 2023 è di 82.705 unità, ma più della metà di tale numero (44mila unità) è riservato al lavoro stagionale. Gli ingressi per il lavoro non stagionale sono quindi 38.705 e di questi 30.105 sono destinati a diversi settori, tra i quali l’autotrasporto, che però deve dividerli con l'edilizia, il turismo e, per la prima volta, anche con la meccanica, le telecomunicazioni, l’alimentare e la cantieristica navale.
La principale novità del Decreto Flussi 2023 è l’obbligo del datore di lavoro - prima di chiedere il nulla osta per un immigrato - di verificare al Centro per l’Impiego competente che non ci siano già altri lavoratori presenti in Italia che possano compiere le stesse mansioni del lavoratore che si trova all’estero. Ciò richiede l’invio della richiesta di personale al Centro dell’Impiego tramite un apposito modulo. L’azienda potrà assumere l’immigrato in tre casi: se il centro per l’Impiego non risponde entro 15 giorni, se il lavoratore presente in Italia non è idoneo o se egli non si presenta al colloquio di lavoro. Le domande si potranno presentare dal 27 marzo 2023.
Per quanto riguarda l’autotrasporto, a novembre 2022, il presidente di Anita, Thomas Baumgartner, rilevò un paradosso: la norma stabilisce che per ottenere il permesso di lavoro un immigrato deve avere non solo la patente di guida, ma anche la Carta di Qualificazione del Conducente, che però si può conseguire solo all’interno dell’Unione Europea. Questo corto circuito normativo si può affrontare permettendo all’immigrato un congruo periodo di tempo per conseguire la Cqc in Italia. Una raccomandazione che non appare nel Decreto pubblicato in Gazzetta.
Il videocast K44 ha dedicato nel 202 un episodio proprio al Decreto Flussi, chiedendo se effettivamente può servire ad affrontare la carenza di autisti di veicoli industriali. Ve lo riproponiamo.