Ci vorranno almeno un paio di settimane per ristabilire la circolazione ferroviaria sulla linea Sommergibile, quella che serve il traffico merci del bacino di Sampierdarena e che è stata interrotta dal crollo del viadotto Polcevera dell'autostrada A10. Ciò significa che i treni non possono partire e arrivare nell'intero bacino di levante e che quindi i container che viaggiavano in treno devono spostarsi sul camion. La stima è che viaggeranno su strada 2300 container in più ogni settimana e che dovranno farlo su percorsi più lunghi di quelli normalmente svolti dai veicoli industriali, perché i treni servono destinazioni più lontane. Ma non è ancora chiaro se si riusciranno a trovare questi veicoli in più, tenendo cono che il trasporto di container richiede semirimorchi specifici.
"Il rischio più grande che potrebbe verificarsi insieme alla paralisi del traffico riguarda la carenza di mezzi per trasportare la merce, che al momento devono sopperire anche all'interruzione dei traffici ferroviari diretti al bacino di Sampierdarena", spiega Alberto Banchero, presidente di Assagenti". Oltre che trovare camion in più, si può affrontare questa emergenza aumentando la produttività di quelli che già operano su Genova, riducendo i tempi di attesa per carico e scarico. Gli operatori stanno lavorando anche su questo versante, cercando di ridurre o eliminare le inefficienze funzionali e documentali.
Un altro grosso problema che interessa l'autotrasporto è la gestione dei vuoti, perché il crollo del ponte Morandi ha limitato la circolazione orizzontale tra levante e ponente, che interessa circa 1200 veicoli al giorno, molti dei quali spostano contenitori vuoti tra i terminal e tra i depositi portuali. Secondo i dati di Assagenti, sul territorio genovese sono stoccarti mediamente 25mila container vuoti. "Dobbiamo lavorare come se avessimo due porti separati, Sampierdarena e Voltri-Pra'", aggiunge Banchero. "Le nostre aziende stanno facendo un grande sforzo di riorganizzazione logistica in questi giorni per trovare un nuovo modus operandi. Ogni cambiamento repentino porta con sé problematiche, che vengono alla luce ora dopo ora e a cui vengono trovate soluzioni in continuo divenire. Gli operatori stanno lavorando al massimo delle proprie capacità per ridurre anche la minima inefficienza del sistema, attività che in queste ore è diventata prioritaria. Ci aspettiamo che ognuno faccia la sua parte, compresi gli organi di governo, dai quali aspettiamo concretezza da almeno due settimane e da cui, invece, stiamo ricevendo solo silenzi sui provvedimenti urgenti, intollerabili a fronte di quello che stiamo subendo".
Le prime misure su cui stanno lavorando le agenzie marittime riguardano la ripartizione dei vuoti sui due bacini, consentendo ai veicoli industriali di caricare e scaricare sullo stesso asse verticale, ossia l'autostrada A26 per Voltri-Pra' e A7 per Sampierdarena. Altre misure riguardano il bilanciamento import-export su Genova; la ricognizione e l'individuazione delle aree da adibire a deposito in ciascuno dei due bacini, in base alla effettiva necessità di spazi; la richiesta congiunta insieme alle associazioni dell'autotrasporto di estendere gli orari dei terminal e dei depositi dalle 4.00 alle 22.00. In quest'ultimo caso serve però il via libera dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar ligure Occidentale.
Un'altra attività penalizzata dal crollo del ponte Morandi è il trasporto di carichi speciali, ossia il project cargo, che muove quantità minori del container ma è importante per lo scalo ligure: "Questa tipologia per dimensioni di carico transitava dalla A26 per raggiungere il bacino di Sampierdarena ed essere imbarcata", spiega Banchero. "È difficile che alle condizioni di viabilità attuali possa essere mantenuto, l'A7 è sicuramente un tratto di difficile percorrenza per i mezzi preposti al trasporto. La problematica è stata portata alla luce da alcune delle nostre associate e la affronteremo a stretto giro sui tavoli competenti".
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