Alla fine, la tensione nell’autotrasporto container ha raggiunto il culmine ed è sfociata nel fermo dei servizi, che per ora è solo proclamato. Il 10 giugno, infatti, le associazioni degli autotrasportatori Confartigianato, Fai Conftrasporto e Fiap hanno annunciato il fermo a Genova dal primo al 5 luglio 2020 contro “le continue richieste di sconti e dilazione sui tempi di pagamento, non fanno i conti con la compressione dei ricavi”, come spiegano le sigle in una nota. Queste richieste, aggiungono “non fanno i conti con la compressione dei ricavi, giunta al limite della sopravvivenza delle imprese”.
La decisione del fermo è stata presa in un’assemblea che si è svolta a Genova il 5 giugno e la piattaforma degli autotrasportatori mostra tre rivendicazioni. La prima, che riguarda l’intero autotrasporto, è la reintroduzione ed applicazione dei costi minimi della sicurezza procedendo con modifiche urgenti all’attuale quadro normativo (articolo 83 bis) con pubblicazione sul portale del ministero dei Trasporti. Ricordiamo che la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, nella riunione del 4 giugno con le associazioni dell’autotrasporto si è impegnata a pubblicare i costi minimi entro breve tempo.
La seconda richiesta riguarda i tempi di pagamento delle fatture e riprende un cavallo di battaglia della Fiap, ossia la non deducibilità delle fatture non liquidate dei servizi di trasporto entro sessanta giorni. Il terzo punto della piattaforma riguarda i controlli e chiede “l’introduzione di procedure standard da parte degli organi di controllo, con corpi speciali o dedicati per debellare sul nascere, anche sulla semplice segnalazione di associazioni di categoria, tutte quelle pratiche di illegalità che favoriscono pratiche di dumping e concorrenza sleale troppo spesso incontrastate”.