Il 19 maggio la Guardia di Finanza eseguì un sequestro di circa due milioni di euro disposto da un Gip del Tribunale di Grosseto nell’ambito di un’indagine relativa all’ipotesi di bancarotta fraudolenta di una società di autotrasporto. Poco dopo, la sezione per il riesame dello stesso Tribunale ha annullato questo provvedimento perché due dei conti correnti soggetti al sequestro sono intestati a una società il cui legale rappresentante non è indagato. L’annullamento nasce da un ricorso presentato dagli avvocati difensori.
Secondo il portale Maremma Oggi, l’indagine riguarda la società di autotrasporto La Centro Trasporti, fallita nel 2018. Però due dei conti correnti sequestrati erano intestati a una società nata due anni prima della Centro Trasporti, della quale una degli indagati aveva solo una delega. Disponendo l’annullamento, i giudici del riesame hanno comunque confermato la fondatezza del sequestro come misura cautelare.
Però deve sussistere un “nesso di pertinenzialità” tra il bene oggetto del sequestro e il profitto illecito e nel caso in questione “non è emerso alcun elemento informativo” su tale sussistenza. I giudici affermano anche che non è confermata l’intenzione degli indagati di depauperare il patrimonio immobiliare e non c’è prova che l’attività di autotrasporto sia proseguita dopo le irregolarità contestate alla società fallita nel 2018.