Dopo un braccio di ferro durato oltre due mesi e dopo che un gruppo di autisti aveva addirittura iniziato uno sciopero della fame, poi interrotto per motivi di salute, la protesta in corso nell’area di sosta di Grafenhausen sembrava senza via di uscita. La svolta improvvisa si è avuta nella giornata di venerdì 30 settembre quando l’imprenditore polacco Lukasz Mazur, proprietario del gruppo Agmaz/Lukamaz/Imperia, ha accettato di trattare con il sindacalista di Fnv, Edwin Atema.
Il dialogo è durato tutta la giornata ed è poi proseguito di notte, alcuni autisti avrebbero anche avuto un contatto telefonico con Mazur e intorno alle 10:00 di domenica 1 ottobre 2023 la Confederazione tedesca dei sindacati (Dgb) ha annunciato che lo sciopero sarebbe stato interrotto. Gli autisti, a quanto comunicato dai portavoce dei sindacati, avrebbero ricevuto garanzie sui pagamenti e sul ritiro delle accuse di estorsione e appropriazione indebita mosse da Agmaz nei loro confronti.
La somma richiesta dai conducenti superava il mezzo milione di euro e, nel corso della giornata, tutti hanno ricevuto un foglio con l’avvenuta conferma di trasferimento di denaro sui loro conti, anche se non è stato chiarito da dove provenissero le somme elargite. Atema ha infatti rivelato che non tutti fondi provenivano dalla Polonia, che il gruppo Mazur ha contribuito solamente in parte al pagamento degli arretrati e che anche altri soggetti sono responsabili di quanto accaduto, lasciando intendere che i grandi committenti potrebbero aver contribuito in modo significativo al pagamenti degli stipendi.
Fnv non ha inoltre dichiarato l’importo totale riconosciuto ai conducenti, limitandosi a comunicare che la somma non sarebbe mai stata accettata nel caso non fosse stata ritenuta congrua. Dopo il pagamento, gli autisti hanno lasciato la piazzola di sosta e alcuni di loro sono stati accompagnati verso alloggi temporanei mentre altri si sono diretti in aeroporto per fare ritorno a casa.
Lo staff di Agmaz ha poi controllato i mezzi in sosta e la merce eventualmente caricata sui pianali, operazione che ha richiesto circa mezz’ora per ogni semirimorchio. I camion marchiati Imperia sarebbero poi stati ritirati da un compratore armeno, le cui generalità sono ancora ignote, che avrebbe acquisito la società di trasporti qualche mese fa.
Il fatto che anche la maggioranza dei conducenti in sciopero fosse armena come il compratore, lascia presagire che la vendita della compagnia faccia parte dell’accordo stipulato da Mazur per il pagamento degli stipendi, tuttavia questa e molte altre perplessità sono ancora senza risposta. Nonostante ciò, quanto avvenuto a Grafenhausen potrebbe rappresentare una svolta nel settore e, come comunicato da Atema, la protesta ha dato visibilità agli autisti, troppo spesso invisibili nella catena di fornitura, e la vittoria ha portato giustizia laddove i diritti umani sono stati calpestati. La discussione ha raggiunto i piani alti della politica – prosegue il sindacalista – e dopo dieci settimane gli autisti possono finalmente essere di nuovo umani.
Altri sindacati ma anche membri della politica hanno anche chiesto alle autorità polacche di revocare la licenza al gruppo Agmaz, mentre alcuni esperti di settore hanno sottolineato che Mazur non è un caso isolato e che simili condizioni di lavoro sono comuni a tutto il settore. Per questo motivo, il 16 ottobre l’Ufficio Federale per l’economia e il controllo delle esportazioni tedesco (Bafa) terrà un vertice per discutere con le associazioni di settore e con i sindacati per trovare soluzioni che possano migliorare le condizioni di lavoro dei conducenti.
Marco Martinelli