Una delle conseguenze indirette dell’invasione russa dell’Ucraina è l’aumento della carenza di autisti di veicoli industriali, soprattutto nei Paesi dove lavorano molti camionisti ucraini, che la guerra potrebbe richiamare in patria. Tra questi c’è la Germania, che sta affrontando la mancanza di camionisti da ben prima del conflitto. Lanciano l’allarme due associazioni, quella delle piccole e medie imprese di trasporto Bundesverband Mittelständische Wirtschaft (Bvmw) e quella degli spedizionieri Elvis in una nota diffusa il 28 febbraio 2022. La riduzione degli autisti, affermano, potrebbe compromettere la catena di approvvigionamento delle merci, colpendo “in modo sensibile” l’industria, il commercio e i cittadini.
Non esiste un censimento degli autisti ucraini che lavorano in modo diretto o indiretto (ossia per aziende straniere operanti nel Paese) in Germania. L'Ufficio federale per il trasporto merci Bag ritiene che il 17,% degli autotrasporti che interessano la Germania siano svolti da imprese polacche, che impiegano in modo massiccio autisti ucraini. Le associazioni scrivono che “la maggior parte di questi conducenti non possono o non vogliono continuare a lavorare nell’attuale situazione, sia perché sono stati richiamati alla difesa nell’ambito della mobilitazione generale ordinata dal presidente Zelensky, sia per sostenere e rassicurare le loro famiglie”.
Secondo Klaus Meyer, presidente della commissione di logistica e mobilità della Bvmw: "stiamo parlando di circa 100mila autisti ucraini che attualmente si trovano solo in Polonia e che presto potrebbero non essere più disponibili per le aziende di trasporto. Ciò equivarrebbe a una carenza che difficilmente potrebbe essere colmata". Il direttore esecutivo di Elvis, Nikolja Grabowski, aggiunge che “le regole del Primo Pacchetto Mobilità, in particolare l'obbligo per i veicoli industriali di tornare al loro luogo di stabilimento, stanno aggravando la situazione”.
Le due associazioni invitano i trasportatori a prepararsi a questa ondata di carenza di autisti e intensificare i contatti con committenti e subappaltatori. La questione deve essere affrontata anche a livello politico. A tale proposito, le associazioni chiedono la sospensione temporanea dei provvedimenti del Primo Pacchetto Mobilità, come spiega Grabowski: “Senza rimettere fondamentalmente in discussione i regolamenti, l'industria dei trasporti e della logistica in Europa ha ora bisogno di tutte le opportunità per agire in modo flessibile al fine di adempiere alla sua missione di approvvigionamento".