Anche nel 2023 l’autotrasporto europeo resterà sotto lo scacco delle conseguenze della guerra in Ucraina, che hanno già causato un notevole aumento dei costi. Un fenomeno che potrà proseguire nei prossimi mesi, secondo una ricerca di Upply, in un contesto di probabile recessione economica già nel primo trimestre dell’anno.
La prima voce di costo, il carburante, manterrà la volatilità del prezzo che si è affermata nel 2022 e la sopravvivenza di molte imprese di autotrasporto continuerà a dipendere dal supporto dei Governi nazionali. Lo hanno già garantito quelli spagnolo e polacco. Ma oltre al prezzo del gasolio, preoccupa anche la sua possibile carenza, a causa del completo embargo della importazioni dalla Russia.
Le altre conseguenze sulle imprese della guerra in Ucraina sono una riduzione dei volumi da trasportare, connessa all’andamento economico discendente, e la carenza di autisti per il rimpatrio degli ucraini e il loro arruolamento. Quest’ultimo fenomeno incide soprattutto sui vettori dell’Est. Tra questi ultimi sta soffrendo in modo particolare la Polonia.
Upply rileva anche anche la transizione ecologica influenzerà l’autotrasporto europeo, a causa dei maggiori investimenti che comporta. In alcuni casi sono volontari, in altri imposti dalle norme, come quella tedesca che vieterà da febbraio 2023 l'ingresso in alcune aree urbane ai veicoli diesel fino all’Euro IV. In queste condizioni, conclude la ricerca, all’inizio dell’anno i costi dell’autotrasporto dovrebbero seguire l’andamento del prezzo del gasolio.
Per quanto riguarda le tariffe dell’autotrasporto, dipenderanno dall’andamento dell’economia. Se quest’ultima riprenderà, le tariffe aumenteranno perché la domanda supererà l’offerta, anche perché ci vorrà un lungo periodo per aumentare la capacità di trasporto. Ciò comporterà buone prospettive per gli autotrasportatori e per i loro autisti, ma alimenterà l’inflazione.