La prima dichiarazione del nuovo ministro del Mims (ex Trasporti) Matteo Salvini riguarda il ponte sullo Stretto di Messina. “Lo faremo”, egli assicura. Ma se ciò avverrà ci vorranno diversi anni tra progettazione e costruzione. Ci sono invece questioni che presto spingeranno il ministro a distogliere lo sguardo da modelli e rendering per posarlo su questioni che richiedono provvedimenti molto urgenti. Tra cui spiccano quelli per un autotrasporto in forte crisi.
Da quando Mario Draghi annunciò le dimissioni, le associazioni dell’autotrasporto hanno tenuto un profilo piuttosto basso, affermando che mancava il loro referente istituzionale. Una tregua mantenuta durante la breve campagna elettorale e la formazione del nuovo Governo. Ma che non potrà durare a lungo, perché sul Tavolo sono aperti diversi fascicoli, alcuni dei quali molto urgenti.
Il primo riguarda i carburanti, in primo piano il gasolio seguito dal gas naturale liquefatto. Uno degli ultimi atti di Draghi è stata la proroga dello sconto alla pompa delle accise fino al 18 novembre. Come è noto, questo provvedimento implica la sospensione della riduzione delle accise sul gasolio che le imprese di autotrasporto possono chiedere ogni tre mesi, a condizione che ci siano le condizioni (veicoli con massa complessiva superiore a 7,5 tonnellate con motori Euro V ed Euro VI). I due sconti non possono coesistere perché l’accisa che risulterebbe dall’applicazione di entrambi sarebbe inferiore a quella minima concessa dall’Unione Europea.
Gli autotrasportatori che hanno diritto allo sconto trimestrale ne contestano però la sospensione perché li penalizza. Quindi, il nuovo Governo dovrà decidere se prorogare ulteriormente la riduzione alla pompa per contenere il prezzo dei carburanti per tutti (ma penalizzando l’autotrasporto) o tornare all’accisa ordinaria, causando un aumento repentino dei prezzi. Ciò dipenderà anche dall’andamento del prezzo industriale. Quello del petrolio sta scendendo (ma resta elevato col Brent che sfiora i 92 dollari al barile), ma non è detto che il prezzo del raffinato segua esattamente l’andamento del greggio.
Il Governo potrebbe adottare un provvedimento analogo a quello del Governo Draghi, ossia concedere un credito d’imposta basato sui consumi di gasolio. Ma ciò richiede l’approvazione della Commissione Europea, che non è scontata per la seconda volta in un anno e che comunque richiede tempo. Un discorso analogo vale per il gas naturale liquefatto. Anche in questo caso il prezzo sta calando (è sceso sotto i 100 euro al kWh) ma rimane troppo alto per l’autotrasporto e resta sempre il rischio di un’impennata improvvisa.
All’orizzonte appare un’altra scelta del Governo, relativa all’aumento dei pedaggi autostradali, sospeso (tranne qualche eccezione) da gennaio 2020. Per tre anni le società concessionarie hanno subito questo provvedimento, anche perché sotto scacco a causa di carenze sulla manutenzione rilevate in diversi punti della rete, ma mordono il freno ed è facile prevedere che antro la fine dell’anno chiederanno un qualche “adeguamento”.
Oltre questi temi, che riguardano una vasta platea, sul tavolo ci sono quelli specifici dell’autotrasporto. Una questione delicata riguarda i rapporti tra autotrasportatori e committenti, che si gioca intorno all’applicazione delle tabelle sui costi d’esercizio sulla quale le due parti hanno posizioni contrastanti. Ma ci sono anche alcuni aspetti che riguardano l’applicazione del Pacchetto Mobilità, la ridefinizione dell’erogazione di ferrobonus e marebonus, le limitazioni austriache al Brennero, il rinnovo del parco veicolare nell’ambito della transizione energetica, le sanzioni sui ritardi di pagamento delle fattur, la regolamentazione delle attese per carico e scarico e la carenza di autisti.
Un punto della situazione potrà emergere dal settimo Forum Nazionale di Conftrasporto, che si svolgerà a Roma il 26 e 27 ottobre 2022 e cui parteciperanno sicuramente esponenti del Governo. E a proposito di Conftrasporto, il suo presidente Paolo Uggè ha ribadito la richiesta d’inserire il termine Trasporti nel nome del ministero competente (che è attualmente il Mims).